lunedì 2 dicembre 2019

Recensione Volevo vivere per sempre.


Titolo: Volevo vivere per sempre
Autore: Sally Nicholls
Casa editrice: Piemme
Genere: Drammatico
Pagine: 205
Prezzo: € 15,00
Voto: 9/10

Trama:

Sam ha gli occhi azzurri, una voglia a forma di quattro sul ginocchio - dicono che porti fortuna, ma finora non ha proprio funzionato - e, cosa straordinaria, ha di nuovo tutti i capelli. La sua più grande passione sono i fatti, le cose nuove, le scoperte; vorrebbe che ci fosse una risposta per ognuna delle mille domande che gli frullano per la testa e a cui gli adulti si rifiutano di rispondere. Per questo ha deciso che, se diventerà grande, farà lo scienziato, così finalmente potrà indagare su quelle cose che nessuno sembra conoscere: gli UFO, le ragazze e la morte. Su quest'ultima, pare proprio che non si sappia nulla, perché ogni volta che prova a parlarne la gente cambia discorso. Da quando è uscito dall'ospedale, studia a casa con Mrs. Willis, che non è per niente male, anche se è un po' troppo buona per essere una maestra vera. È stata lei a dargli l'idea di scrivere un libro sulla sua vita. All'inizio gli è sembrato strano, anche perché di solito i bambini dei libri o sono eroi o vengono picchiati dai compagni di scuola. Però poi Sam ha capito che scrivere poteva essere un modo per fermare il tempo e anche quella brutta malattia, per raccontare tutte le cose belle che ha fatto, come quando il suo papà lo ha portato in slitta, e anche per pensare a ciò che forse non farà mai, come dare il primo bacio a una ragazza. Un modo, insomma, per vivere per sempre.


Recensione:

Ora ti dico 5 cose su di me:
1) Mi chiamo Sam
2) Ho 11 anni
3) Mi piace collezionare storie e fatti strani
4) Ho la leucemia
5) Quando leggerai queste pagine, io probabilmente non ci sarò più.”

Questo libro è incredibilmente triste e mi ha lasciato un segno profondo sul cuore.
Ancora oggi, a qualche giorno di distanza dalla lettura, faccio fatica a condividerne il pensiero.
Posso dirvi che leggere questo libro mi ha portato una profonda angoscia e un senso di impotenza a dir poco schiacciante.
Il protagonista è Sam, un bambino affetto da Leucemia che si ritrova a dover fare i conti con la morte. Potete quindi immaginare il dolore e la tristezza di cui è intriso il libro.
Non vi nego che già alla prima pagina avevo il magone a stringermi la gola del resto, viste le premesse, non poteva essere diversamente.
Seppur formato da poche pagine, questo libro ha saputo affrontare la tematica della morte con una sfrontatezza e una forza che lo ha reso straziante e meraviglioso allo stesso tempo.
Se penso che questo bambino di 11 anni ha cercato di rispondere ai grandi quesiti che da sempre assillano l’essere umano, mi vengono sinceramente i brividi.
La morte non è mai giusta ma, se riguarda un bambino, è ancora più ingiusta. Eppure Sam, nonostante la giovane età trova la forza di affrontare la sua tragica fine e lo fa con dignità, curiosità e intelligenza.
Non è facile nemmeno per un adulto affrontare tutto questo, eppure Sam, sebbene sia impaurito e arrabbiato com’è comprensibile, ha un modo tutto suo di vivere al meglio il poco tempo rimasto.
E allora comincia a sognare, comincia a pensare a cosa avrebbe fatto se avesse avuto più tempo e, anche grazie all’amicizia di Felix, riesce a realizzare a modo suo alcuni di questi desideri.
Grazie a questa lettura ho avuto anche io molto tempo per riflettere e cercare di digerire una situazione molto triste che riguarda una persona a me molto cara. La sofferenza e la rabbia sono le emozioni più forti che si possano provare e, questa lettura, me le ha fatte provare, un po’ come uno schiaffo sul viso, dapprima il bruciore e poi il calore, lo schock e il dolore che ne conseguono.
Non faccio mai mistero che sono proprio le emozioni forti che io cerco quando leggo un libro, sono quelli più forti e spiazzanti che hanno ottenuto un posto speciale nel mio cuore.
Sam è stato un ottimo spunto per pensare alla propria vita, alle cose che davvero contano, a quanto siamo fortunati. Davanti a casi come questo non ci sono parole ma, attraverso gli occhi e la mente di Sam ho capito che i bambini sanno affrontare le situazioni molto meglio di noi adulti, un esempio è il fatto che sia Sam a consolare il padre che non riesce in alcun modo a venire a patti con la malattia e il triste destino del figlio. Ed è proprio grazie al padre di Sam che ho notato come spesso gli adulti tendano a evitare, a non voler ammettere queste tragiche circostanze facendo quindi finta che non esistano.
Ho capito perfettamente la difficoltà dell’uomo di accettare l’imminente morte del figlio, anche se mi sono ritrovata di più nella madre che, sebbene divorata dal dolore, riesce a nasconderlo pensando soltanto a rendere speciali gli ultimi giorni con il bambino.
Mi ha fatto molta tenerezza anche Ella, la sorellina di Sam che con la sua dolcezza e ingenuità riesce a creare con il fratello un legame forte e indissolubile.
Probabilmente però la cosa che più mi ha fatto male è il tema della morte di una persona cara.
Sono molto sensibile a questo tema perché, anni fa a causa di un terribile incidente un mio caro amico è morto a soli 16 anni ed ho ritrovato molto di lui nel personaggio di Felix, il migliore amico di Sam. Felix è gravemente malato a sua volta ma non perde mai il sorriso,nonostante tutto, è forte e vive ogni attimo come se fosse l’ultimo.
Ed è il modo in cui Sam affronta questa grande perdita ad avermi toccata perché mi ha ricordato la mia stessa difficoltà ad accettare quel che è successo al mio amico.
Proprio per questo forse la mia recensione è di parte, ma sinceramente l’ho trovato un libro stupendo e di forte impatto.
Il fatto che sia formato solo da 205 pagine e con uno stile veloce e semplice non vuol affatto dire che gli manchi qualcosa o sia frettoloso, affatto, vi assicuro che mi hanno dato più queste poche pagine che libri formati da 500/700 pagine.
Insomma amici lettori, se cercate un libro che vi regali emozioni e una storia struggente, non potete non dare un’occasione a Volevo vivere per sempre.




2 commenti:

  1. No non ce la posso fare, troppo triste. io con libri e film ho proprio bisogno che mi facciano stare bene, non sempre, perché apprezzo ogni sentimento e la bellezza di un'opera in sé, ma non ce la posso fare.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti capisco mia cara, sono libri davvero strazianti ma io ne sono appassionata perché è proprio quel segno sul cuore che cerco in ogni libro che leggo.
      Un abbraccio grande ;)

      Elimina