mercoledì 11 luglio 2018

La Cry al cinema #10.


Titolo: Il Miglio Verde
Genere: Drammatico
Voto: 10/10
Trama:
I miracoli accadono nei luoghi più impensati, persino all'interno del braccio della morte, nel penitenziario di Cold Mountain. Qui il carcerato John Coffey , un gigante buono dotato di poteri soprannaturali, riesce a trasmettere un senso di spiritualità e umanità alle guardie e ai suoi compagni carcerati.
Il mio pensiero:
Dopo aver amato il libro, ho deciso di guardare anche il film che dura ben 2h e 53minuti, tantissimo direte voi, ma ogni minuto è ben speso ve l'assicuro!
In genere i film lunghi mi annoiano ma ho trovato Il miglio verde interessante dal primo minuto fino all'ultimo, quindi potete immaginare quanto può avermi conquistata questa storia.
Immagino che più o meno tutti conosciate la storia, quindi non vi sto a raccontare lo sviluppo per filo e per segno, anche perché, se non lo avete mai visto, ve lo consiglio di cuore, è uno di quei film che dovrebbero guardare tutti almeno una volta nella vita.
Uff, non so proprio da che parte iniziare per spiegarvi quanto mi abbia fatto soffrire questo film, e quanto io mi sia immedesimata in ognuno dei personaggi.
Partiamo da il più amato: John Coffey, il gigante buono, l'uomo (o forse angelo?) che possiede un potere sovrannaturale, il potere di ridare la vita, di prendere l'oscurità dal cuore delle persone e trasformarla in luce.
Credo che John sia entrato nel cuore di ogni lettore/spettatore per la sua anima bella e la sua esistenza sofferta. E dire che tutti, tranne le guardie carcerarie, lo reputano un assassino e lo condannano a morte, quando invece è l'eroe di turno.
Apro una parentesi per dire che l'attore Michale Clarke Duncan (deceduto il 3 settembre 2012) verrà sempre ricordato per il ruolo di John Coffey.

Il secondo personaggio più amato da me è Paul Edgecomb, il capo delle guardie carcerarie, impersonato dal bravissimo Tom Hanks, un attore tra i più bravi di Hollywood.
Ho trovato questo personaggio molto profondo, leale, giusto, affascinante e con quella vena malinconica che mi ha spezzato il cuore.
La realtà di un penitenziario è dura, ma Edgecomb riesce comunque ad instaurare un legame con persone non propriamente dall'anima pura, se così si può dire. Mi ha colpita come lui riesca a vedere la persona oltre la bestia, e come, attraverso i suoi occhi, anche io sono riuscita a vedere personaggi come De la Croix senza giudicarlo per le azioni brutali compiute nel passato, e a prenderlo persino in simpatia.



Forse è proprio questa la forza del film, il messaggio profondo che ne esce: ci sono mostri orribili ma ci sono anche persone che possono redimersi, persone che comunque dovranno rendere conto a Dio in persona prima o poi.
Eppure Edgecomb riesce ad essere obbiettivo e persino misericordioso, con alcuni dei carcerati, riesce a provare pena per loro rendendosi umano ai miei occhi.
Ho adorato quando si prende cura del topolino (Mr Jingle) affidatogli da De la Croix prima dell'esecuzione e, anni dopo quando lascia il penitenziario.
Il suo rapporto con John Coffey è però sintomo di un animo tormentato, la volontà di salvarlo, anche a costo della carriera o addirittura della propria libertà, le sue lacrime ma al tempo stesso la sua forza durante l'esecuzione del gigante, la decisione di esaudire il desiderio di John nonostante sia per lui sbagliato e ingiusto, sono tutti fattori che danno spessore al personaggio abilmente creato da quel genio di Stephen King.
Apprezzatissimi anche i compagni fedeli di Edgecomb, specialmente Brutal che lo appoggia in ogni scelta fidandosi ciecamente e mettendo la propria vita nelle mani del capo. Nonostante il nome Brutal è davvero un ottimo personaggio dal grande cuore e dalla straordinaria fedeltà.

Tanto sono splendidi i personaggi buoni, tanto sono orribili e spietati quelli cattivi: Billy e Percy.
Il primo è un assassino spietato e perverso, cattivo fino al midollo e con quel tocco di pazzia che lo rende micidiale.
Il secondo è un aspirante guardia carceraria assettata di sangue, nonostante sia giovanissimo ha in sé una vena di malvagità che lo porta ad entrare nel braccio della morte solo per provare l'eccitazione di vedere un essere umano morire sulla sedia elettrica.
La cattiveria di questi due personaggi è inaudita e così forte da farmi provare la voglia di ammazzarli io stessa...per fortuna King ha pensato, almeno per Percy, una fine ben peggiore della morte.

Apprezzato anche il salto temporale, dove si ritrova Edgecomb vissuto per oltre un secolo che racconta tutta la storia dall'inizio alla fine, spiegando anche cosa accade agli altri personaggi (cosa che apprezzo molto sia nei libri che nei film). La sua solitudine e il peso di quegli anni vissuti nel braccio della morte lo hanno segnato ma l'incontro con Coffey ha fatto si che la sua vita cambiasse completamente, nel bene e nel male.
Starei ore e ore a parlarvi della bellezza di questo film, ma finirei per ripetermi inutilmente, aggiungo però di aver amato anche la parte legata al sovrannaturale e di non averla giudicata affatto esagerata ma molto coerente con la storia che King ha voluto raccontare.
Vi lascio quindi un ultimo consiglio: se deciderete di guardare questo film, vi prego lasciate il cuore aperto, captate tutte le sfumature dei personaggi e lasciatevi trasportare dalla storia, senza paure e senza pregiudizi.
Il Miglio Verde è un film da vivere in pieno e a 360 gradi.










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