Autore:
John Green
Casa
editrice: Rizzoli
Prezzo:
€
17,50
Genere:
Narrativa
Pagine:
333
Voto:
9/10
Trama:
Indagare
sulla misteriosa scomparsa del miliardario Russell Pickett non
rientrava certo tra i piani della sedicenne Aza, ma in gioco c'è una
ricompensa di centomila dollari e Daisy, Miglior e Più Intrepida
Amica da sempre, è decisa a non farsela scappare. Punto di partenza
delle indagini diventa il figlio di Pickett, Davis, che Aza un tempo
conosceva ma che, pur abitando a una manciata di chilometri, è
incastrato in una vita lontana anni luce dalla sua. E incastrata in
fondo si sente anche Aza, che cerca con tutte le forze di essere una
buona figlia, una buona amica, una buona studentessa e di venire a
patti con le spire ogni giorno più strette dei suoi pensieri.
Recensione:
John
Green mi è mancato moltissimo da quando ho letto Let it snow un paio
di anni fa. Non ho mai fatto mistero che sia uno dei miei scrittori
preferiti, per cui quando ho notato l'uscita di Tartarughe
all'infinito mi sono subito precipitata in libreria.
Ho
dovuto attendere un pochino a causa di alcune scadenze ma,
finalmente, sono riuscita a leggerlo e ne sono felicissima.
Come
sempre Green ha tirato fuori una storia originale con aggiunta di
argomenti delicati legati alla malattia ma anche alle perdite
importanti che possono colpire ognuno di noi.
Ed
ecco quindi che si parla di Aza, una ragazza con problemi mentali,
ossessionata dai batteri e incapace quindi di avere una vita normale.
Questo
personaggio mi ha fatto molta tenerezza e attraverso le sue emozioni
e paure sono riuscita a comprendere quanto debba essere difficile
lottare contro un'ossessione, una malattia come può essere il
disturbo ossessivo compulsivo, al giorno d'oggi se ne parla molto ma
non sempre è facile comprendere appieno la battaglia che chi ne
soffre affronta giorno dopo giorno.
Aza
è fragile, si sente come un'estranea nel proprio corpo, soggiogata e
intrappolata dai suoi pensieri ossessivi che la portano a compiere
gesti ritenuti strani e pazzi dalle altre persone.
Mi
ha toccato davvero moltissimo il fatto che non riesca a uscire da
questa sua situazione e che ne la madre, ne l'amica e ne il ragazzo
che le piace riescano in qualche modo ad aiutarla, nemmeno il dottore
che l'ha in cura riesce ad essere un valido aiuto.
Rabbrividisco
a pensare cosa la mente è in grado di elaborare, dove ci può
portare e cosa è in grado di farci fare.
Ma
la ragazza non ha solo il disturbo ossessivo compulsivo a
tormentarla, nonostante siano passati parecchi anni, Aza, ancora non
ha elaborato il lutto del padre. Mi ha straziato il cuore leggere di
come si sia attaccata alla macchina e al cellulare del padre dai
quali non si separa mai e le sono di gran conforto, come se tramite
loro potesse avere ancora un contatto con il padre tanto amato.
Dall'altra
parte c'è Davis, un ragazzo di famiglia benestante la cui vita viene
sconvolta dalla scomparsa del padre, in seguito a azioni poco
“pulite”.
Ed
è proprio grazie alla scomparsa dell'uomo che Davis e Aza si
incontrano e finiscono per innamorarsi perdutamente.
Ma
si sa, Green non ha mai amori semplici per noi lettori, e le cose tra
Aza e Davis si complicano a dismisura.
Saranno
Aza e Daisy, l'unica amica a volerle bene nonostante tutto, a
indagare sulla scomparsa dell'uomo, una lo fa per soldi, l'altra per
lealtà verso Davis ma comunque unite.
È
una storia non proprio leggerissima, ma l'ho praticamente divorata in
un paio di giorni e amata profondamente, proprio come mi successe con
Colpa delle stelle e Cercando Alaska. John Green è capace di
raccontare storie uniche in un modo pazzesco e con uno stile tutto
suo che è difficile non apprezzare, dalla sua penna nascono
personaggi unici, profondi e sempre problematici che aiutano il
lettore a riflettere.
Non
avete idea di quanti post it escano dalle pagine di questo libro,
segnale che la storia mi ha colpita e segnata in qualche modo.
Il
finale mi ha dato una doppia emozione perché mi sento sempre
malinconica ogni volta che termino un libro di Green, come se
lasciassi fra le sue pagine una piccola parte di me.
Vi
riporto le frasi che mi hanno emozionata di più in modo che possiate
farvi un'idea di cos'è questo libro:
“ Tu
credi di essere il pittore, invece sei la tela.”
“è
raro trovare qualcuno che vede lo stesso mondo che vedi tu.”
“Nessuno
dice mai addio a meno che non voglia rivederti.”
“Io
è la parola più difficile da definire.”
“Lui
mi spingeva sull'altalena, la sua mano grande come la mia schiena, la
certezza che volare lontano da lui voleva dire anche tornare da lui.”
“Ogni
perdita è senza precedenti. Non puoi mai sapere quanto soffre
un'altra persona, non per davvero; toccare il corpo di un altro non è
come avere il corpo di un altro.”
“Perfino
il silenzio ha una storia da raccontarti.”
Libro stupendo *-*
RispondiEliminaSi, Green è un grande e questa storia mi è entrata nel cuore.
Elimina;)