Titolo:
Fangirl
Autore:
Rainbow Rowell
Casa
editrice: Piemme
Prezzo:
€ 17,00
Genere:
Romantico
Pagine:
512
Voto:
8
Trama:
Una
ragazza timida che scrive storie d'amore lo saprà riconoscere quando
se lo troverà davanti?
Approdata
all'università, dove la sua gemella Wren vuole solo divertirsi tra
party, alcool e ragazzi, la timidissima Cath si trova sola per la
prima volta e si rinchiude nella sua stanza a scrivere la fanfiction
di cui migliaia di fan attendono il seguito. Ma una compagna di
stanza scontrosa con il suo ragazzo carino che le sta sempre intorno,
una professoressa di scrittura creativa che pensa che le fanfiction
siano solo un plagio, e un affascinante aspirante scrittore che vuole
lavorare con lei, obbligheranno Cath ad affrontare la sua nuova
vita...
Recensione:
Il
momento in cui ti accorgi che ti guarda in modo diverso, che stai
occupando più spazio nel suo campo visivo. Il momento in cui capisci
che non potrà più ignorarti.
Era
da moltissimo tempo che tutti parlavano di questo libro e, ormai, io
non stavo più nella pelle all'idea di poterlo finalmente leggere.
Devo
ammettere che non sapevo bene di cosa trattasse la storia perché,
dato che non volevo spoiler, evitavo accuratamente di vedere video o
recensioni, quindi è stata una sorpresa scoprire che si trattava di
un romantico, uno young adult per ragazzi.
Pensavo
ci fosse della magia ma mi sbagliavo, o meglio, in Fangirl non esiste
la magia ma, in Carry on (la fanfiction che scrive Cath) ce n'è
eccome.
Devo
ammettere che l'idea dalla cara Rowell di inserire un libro in un
altro libro è piuttosto ingegnosa. Forse ormai tutti lo sapete ma
Carry on è un'altra opera di Rainbow ed è uscita in Italia proprio
il mese scorso.
In
poche parole questi accenni a Carry on hanno stuzzicato la mia
curiosità e non vedo l'ora di accaparrarmi una copia del libro per
conoscere meglio la storia di Baz e Simon.
Ho
un po' paura a leggerlo perché, dagli anticipi presenti in Fangilr,
la trama sembra davvero mooolto simile a Harry Potter (se si esclude
il fatto che i protagonisti sono gay) e non vorrei fosse una copia
più romantica e scopiazzata della Saga con la S maiuscola per
eccellenza. Ci rimarrei davvero malissimo.
Non
conoscevo la Rowell prima di Fangirl ma è sicuramente salita nella
classifica dei miei autori preferiti, lo stile è semplice,
scorrevole e quasi magico, la storia non appare per nulla scontata
ma, anzi, ricca di colpi di scena e sopratutto senza quelle tragedie
inutili che tanto vanno di moda oggigiorno nelle storie romantiche.
L'ho
apprezzata davvero molto e voglio assolutamente leggere altri libri,
comincerò con Eleanor & Park, l'unico altro suo libro che
possiedo per poi, ovviamente recuperare Carry on.
Parlando
di Fangirl nello specifico, devo ammettere che mi ha catturato già
al primo capitolo.
Cath
tendeva a chiudersi in se stessa, a nascondere fino all'impossibile i
propri sentimenti nel profondo di sé.
Cath
è una di quelle protagoniste in cui molte di noi, amanti dei libri,
della scrittura e delle fanfiction, si possono immedesimare. Io
infatti mi sono immedesimata al 100%. Cath è una ragazza solitaria,
chiusa, diffidente che preferisce vivere in un mondo a parte
piuttosto che in quello reale e per proteggersi dal dolore finisce
per ricreare intorno a sé quello di una saga da lei molto amata.
Si,
perché Cath non ci sta a lasciare Simon e Baz (protagonisti della
saga) nelle mani della scrittrice, no, lei si appropria di quelle
creature ed elabora per loro un finale del tutto diverso da quello
che spetterebbe loro per mano della vera autrice.
“A
volte ci si può arrendere no? Si può anche dire:-basta, io ci
rinucio!-”
“Crea
un precedente pericoloso.”
“Per
evitare il dolore?”
“No,
per evitare la vita.”
Su
questo punto apro una parentesi. Io sono una scrittrice sul sito EFP
(un sito dove potete scrivere e pubblicare racconti oppure leggere
quelli degli altri) e ci sono davvero un sacco di persone che
scrivono fanfiction, alcune davvero bellissime, (io non sono fra
questi perché preferisco scrivere storie interamente ideate da me,
creare insomma qualcosa che sia mio e mio soltanto) e vi consiglierei
di iscrivervi se amate scrivere, è bello condividere le proprie
creazioni ed entrare in contatto con chi legge e commenta le vostre
storie.
Chiudo
la parentesi sperando di essere stata d'aiuto per quelli che fra voi
amano scrivere come me.
Questo
libro parla proprio dell'amore per la scrittura, del dono che alcune
persone hanno di dare voce alle mille idee che hanno in testa.
Scrivere è un dono e la soddisfazione di vedere le idee diventare
parole su una pagina bianca, di creare una storia, di dare vita a
personaggi nuovi e a mondi alternativi è la cosa più bella del
mondo, per quanto mi riguarda.
Ed
è anche per questo che ho apprezzato Fangirl, l'autrice riesce
benissimo a descrivere cos'è la scrittura e quali sono i sentimenti
e le emozioni che si prova nello scrivere qualcosa di personale, di
proprio pugno.
Mi
ha emozionato molto.
Ma
Cath non è da sola in questa storia, c'è anche Levi, quello che
all'inizio si pensa sia il ragazzo di Reagan (compagna di stanza di
Cath) e che riesce a fare breccia nel cuore della protagonista, dopo
immani fatiche).
Mi
ha fatto subito simpatia anche se, talvolta, è un po' troppo
insistente.
Purtroppo
non ho avuto molta simpatia per Wren, la gemella di Cath.
Non
mi piace perché si comporta da stupida, fa tutte le cose più
sbagliate che si possono fare, abbandona la sorella per un'”amica”
conosciuta da pochi giorni, se ne frega del padre pensando solo a
bere come una spugna e spassarsela, addirittura sminuisce e umilia la
sorella trattandola da bambina solo perché ama scrivere. No, non mi
è proprio piaciuta, per niente.
Si
è un po' riscattata alla fine ma non mi ha comunque convinta.
Per
la madre di Wren e Cath stenderei un velo pietoso, ve ne parlerei
meglio ma farei un grossissimo spoiler e non voglio rovinarvi la
lettura di questo meraviglioso libro.
(parlando
della madre che ha abbandonato Cath da piccola)
I
lineamenti e i colori impiegarono qualche secondo a risolversi in un
viso che Cath ebbe l'impressione di riconoscere. In quei secondi, una
parte di lei corse verso la bionda sconosciuta, le avvolse le braccia
attorno alle gambe e le premette il viso nel ventre. Un'altra parte
gridò con quanto fiato aveva in gola. E un'altra ancora incendiò il
mondo intero solo per il gusto di vederlo bruciare.
Credetemi,
potrei parlare di Fangirl per ore ma non riuscirei a descrivervi
quanto mi ha entusiasmato, per cui vi consiglio di leggerlo se vi
capita, non ne rimarrete delusi, parola mia.
“E
quindi?” gli domandò con una freddezza che, nella realtà, non
rispecchiava il suo stato d'animo. Per l'agitazione, gli organi
interni le si stavano riducendo in poltiglia. L'intestino era già
andato. I reni le si stavano disintegrando. E lo stomaco si
attorcigliava trascinando con sé la trachea.
Titolo:
Il miglio verde
Autore:
Stephen King
Prezzo:
€ 11,90
Genere:
Thriller
Pagine:
547
Casa
editrice: Sperling & Kupfer
Voto:
10
Trama:
Nel
penitenziario di Cold Mountain, lungo lo stretto corridoio di celle
noto come Il miglio verde, i detenuti come lo psicopatico Billy the
Kid Wharton o il demoniaco Eduard Delacroix aspettano di morire sulla
sedia elettrica, sorvegliati a vista dalle guardie. Ma nessuno riesce
a decifrare l'enigmatico sguardo di John Coffey, un nero gigantesco
condannato a morte per aver violentato e ucciso due bambine. Chi è
Coffey? Un mostro dalle sembianze umane o un essere diverso da tutti
gli altri?
Recensione:
Coffey
sorrideva con un filo di imbarazzo, come se sapesse che lo avremmo
considerato un po' scimunito. “Certe volte al buio ho paura, se
sono in un posto che non conosco.” spiegò.
Lo
contemplai, in tutta la sua massiccia presenza, e mi sentii
stranamente commosso. E ti commuovevano sapete, perché a te non era
dato vederli nel loro lato peggiore, a sfogare i loro orrori
infierendo sulla vittima con la furia di un demone alla forgia.
Non
so davvero come faccio a farvi una buona recensione, le emozioni che
questo libro mi ha dato sono ancora troppo forti per scriverle nero
su bianco...ma ci proverò comunque.
Sapevo
già di cosa parlava questo libro ma, da molti anni, avevo il
desiderio di leggerlo e finalmente ce l'ho fatta.
Non
posso dirvi che è stata una passeggiata, è un libro molto difficile
e profondo che va a toccare luoghi in cui non vorreste addentrarvi, o
almeno non di vostra volontà.
Mi
sono trovata spesso a fare riflessioni “pesanti” sulla vita,
sulla morte, sul fatto che si possa decidere di condannare a morte
qualcuno e del peso che ne può conseguire sulla propria coscienza. È
davvero difficile leggere Il miglio verde senza che questo ti cambi e
ti lasci una ferita profonda dentro al cuore.
Molti
lo hanno declamato come il miglior libro di King ed ora che l'ho
letto posso dire che avevano ragione.
È
un libro meraviglioso proprio per il suo potere distruttivo.
Vi
posso sembrare masochista adesso ma credetemi, se vi capiterà di
leggerlo, mi darete ragione.
Sicuramente
non è una lettura per tutti, penso che i soggetti deboli ne
uscirebbero devastati sotto molti punti di vista, io stessa faccio
fatica a riprendermi ancora adesso, lo ammetto.
In
questo libro King da origine a personaggi contraddittori e
misteriosi, mentalità psicopatiche e mentalità perfide.
“Il
fatto semplice è che il mondo gira. Puoi sederti e girare con il
mondo o puoi alzarti in piedi per protestare e venire catapultato
fuori.”
Vorrei
parlarvene nello specifico quindi proseguirò con un vero e proprio
elenco:
Delacroix:
lui è un assassino vero e proprio, ha violentato e ucciso una
ragazza e successivamente dato fuoco ad una palazzina bruciando vive
molte persone.
Un
mostro quindi, eppure King riesce in qualche modo a fare
l'impossibile: è riuscito a farmi provare pietà per lui in un certo
senso. Sapete, fra le molte pagine del libro ho capito che ci sono
persone che possono essere preda di raptus violenti e crudeli,
animaleschi, possono essere come posseduti da demoni se così li
vogliamo chiamare, e commettere atti orribili per poi trasformarsi in
agnelli che non sarebbero più capaci di far male ad una mosca, come
se fossero stati davvero posseduti.
Delacroix,
durante il periodo di prigionia si rivela un uomo pauroso e indifeso,
un uomo che ha commesso orribili reati ma che si prende poi cura di
un piccolo topolino, un po' come se fosse un bambino. Spesso i
personaggi si chiedono se davvero sia possibile che un uomo simile
abbia commesso un reato così atroce.
Quando
è stato giustiziato (in una maniera davvero orribile che mi ha messa
a dura prova) ho provato solo pena anche se sapevo che non era certo
una bella persona. Spero non mi giudichiate male ma dovete leggerlo
per capirlo, non esistono altri modi.
Harry
e Dean: colleghi di Edgecombe e
guardie del Miglio verde.
Questi
due personaggi mi hanno fatto provare ammirazione e penso seriamente
che abbiano due palle così per fare questo lavoro, non è facile
avere a che fare con assassini tutti i giorni e non uscirne pazzi.
Vi
immaginate cosa può significare donare la morte per mano di una
sedia elettrica? Io non ci voglio nemmeno pensare.
Eppure
loro sono sempre al fianco di Edgecombe, svolgono il loro lavoro da
uomini duri quali sono ma riescono a far uscire il lato buono quando
arriva Coffey nella loro vita, arrivando a rischiare anche il loro
lavoro per lui.
Percy:
sicuramente il personaggio più odiato di tutti. Percy è una
ragazzino che, grazie alle giuste conoscenze, si ritrova a lavorare
nel penitenziario di Cold Mountain e porta lo scompiglio assoluto.
È
un essere malvagio che gode profondamente della
sofferenza altrui.
Per
descriverlo dovrei paragonarlo a quel bulletto che tormenta il più
debole della classe, ma aggiungendoci aggressività, malvagità e
immaturità moltiplicato per dieci.
È
davvero orribile ma in realtà, dietro alla cattiveria e baldanza si
nasconde un ragazzino spaventato e viziato che, purtroppo per lui,
non otterrà molto.
Il
suo accanimento contro Delacroix e il signor Jingle (il topolino di
Delacroix) è inspiegabile e non l'ho ancora capito adesso a libro
finito.
Brutus
detto Brutal:mi sono
affezionata da morire a questo personaggio che riveste il ruolo di
collega e migliore amico di Paul Edgecombe. È un bel ragazzone tutto
muscoli ma anche intelligente, un uomo buono che non mette mai in
dubbio quel che un amico gli racconta, anche se ciò sembra assurdo.
Ho apprezzato la sua lealtà.
Paul
Edgecombe: il protagonista,
ovvero quello che racconta la storia, una storia che vede John Coffey
come quell'uomo che gli ha cambiato la vita e il cuore
irrimediabilmente.
Da
principio Edgecombe appare come un uomo duro, inflessibile, tosto che
sono le caratteristiche che deve senz'altro avere il capo delle
guardie carcerarie, non è da tutti assistere a più di 70 esecuzioni
ed uscirne sano di mente.
Eppure
mano a mano che la storia procede si scoprono lati di lui più
nascosti.
Non
ho più visto l'uomo impavido ma ho iniziato a vedere crepe nella sua
corazza.
Cominciò
a straziarsi di grandi singhiozzi afoni che mi riempirono di pietà e
insieme di una sorta di terrore, perché quando un uomo che sa
censurarsi con il rigore perde finalmente il controllo di sé, lo
spettacolo che offre fa paura.
Edgecombe
non è solo una guardia carceraria e un esecutore, prima di tutto è
Paul con sentimenti e sensi di colpa grandi come l'oceano.
In
realtà non mi ero mai messa nei panni di un uomo come lui, pensavo
che non si potesse eppure King mi ha aiutato a vedere le cose sotto
un altro aspetto.
Non
è sempre facile dividere il lavoro e la vita di tutti i giorni e
nemmeno Paul ci riesce in questo caso, Coffey riesce ad aprire una
breccia nel suo cuore arrivando dove nessun altro detenuto o essere
umano è mai arrivato prima.
È
vero che Coffey è una persona speciale ma Edgecombe aveva già
dimostrato pietà e dolcezza verso Delacroix, è un uomo giusto e
cerca di fare il possibile per essere migliore ma non sempre è
facile.
Mi
sono assolutamente immedesimata nel suo lato umano, io spesso vedo
nel “cattivo della situazione” un qualche spiraglio per poterlo
redimere, ho sempre cercato di capire i cattivi di tutte le storie e
in questo mi sento simile a Edgecombe.
È
un personaggio che mi è sicuramente entrato nel cuore e mi ha
insegnato moltissimo proprio a livello umano.
John
Coffey: beh, che dire di lui?
Sin dall'inizio ho dubitato della sua colpevolezza perché mi
appariva impossibile che un uomo/bambino com'è lui, uno che ha paura
del buio e piange per tutto potesse davvero essere un assassino.
Quando
è entrato in scena grande e grosso come una montagna, con quello
sguardo sereno e calmo, e l'aria da tontolone, non ho potuto far
altro che amarlo profondamente.
John
è un uomo di colore gigantesco che potrebbe dare seri problemi a
chiunque se davvero lo volesse eppure non fa mai nulla per complicare
le cose, se ne resta buono buono nella sua cella, non fa mai nemmeno
un gesto male fatto o per difesa.
È
la definizione perfetta di gigante buono ed è incredibile immaginare
un ragazzo così immenso come qualcosa di indifeso e innocente, mi
sono sentita strana eppure ho sentito spesso la voglia di tuffarmi
nel libro soltanto per abbracciarlo forte forte.
“Non
ne posso più del dolore che sento e vedo. Non ne posso più di
vivere per strada solo come un pettirosso sotto la pioggia. Mai un
amico che mi dice da dove veniamo, dove stiamo andando e perché. Non
ne posso più della gente cattiva che si fa del male. Non ne posso
più di tutte le volte che ho cercato di rimediare e non ho potuto.
Non ne posso più di stare al buio. Sopratutto è il dolore, ce n'è
troppo. “
Sapeste
quanto ho pregato perché si salvasse, perché si trovasse un modo
per non giustiziarlo.
Ma
come vi ho accennato prima...Coffey non è un uomo comune...diciamo
che ha qualcosa di speciale e questo rende la storia quasi mistica.
Mi
sono trovata a non capirci più niente ad un certo punto e a farmi
mille domande alle quali ancora ora non ho dato risposta.
Mi
rimarrà sempre nel cuore questo personaggio buono che comunque trova
un modo tutto suo per “rimettere le cose a posto” e dare una
lezione definitiva ai cattivi della storia.
Signor
Jingle: molti storceranno il
naso ma vi assicuro che anche questo topolino è un personaggio di
spessore.
È
lui il primo a far capire che anche l'uomo più crudele può
redimersi. È stato bello vedere come un piccolo animaletto può
avere tanta importanza e insegnare così tanto agli umani.
Anche
in questo caso la cosa ad un certo punto prende una vena mistica.
E
io voglio pensare che questo piccoletto sia stato inviato proprio per
far da giuda agli esseri umani.
“Si”
rispose lui girando dall'altra parte il broncio più contrariato del
bambino più vecchio del mondo.
Insomma
lettori, questo libro mi ha veramente devastata e sono certa ci
metterò molto tempo a riprendermi perché ci sono letture che ti
rimangono dentro per sempre ed io sono felice di essermi imbarcata in
questo viaggio che mi ha arricchita fortemente rendendomi più saggia
e conscia delle mille prospettive in cui si può vedere una
situazione e, sopratutto mi ha aiutata a capire che noi esseri umani
tendiamo troppo spesso a condannare senza andare a fondo nelle
questioni, giudichiamo e diamo sentenze troppo affrettate, per questo
siamo deboli e inclini alla superficialità.
Dobbiamo
avere il coraggio di andare oltre le apparenze e oltre a quello che
sappiamo perché a volte possiamo davvero sbagliarci e rimediare è
importantissimo.
Fragili
come vetro soffiato siamo noi, anche nelle condizioni migliori.
Ammazzarci l'un l'altro con il gas e l'elettricità a sangue freddo?
Che follia, che orrore!
Leggetelo
amici lettori se vi capita e poi mi saprete dire quali insegnamenti
ne avete tratto voi.
Dean
e Harry presero il lenzuolo che c'era in fondo e lo allungarono sul
cadavere fino a coprire la faccia del Capo, che già aveva cominciato
ad assumere l'aspetto amorfo e cereo proprio di tutte le facce dei
morti, innocenti o colpevoli.
Insomma, Fangirl ti è decisamente piaciuto più di quanto sia piaciuto a me xD da quel che ho capito comunque le parti di Fanfiction inserite in questo libro non sono presenti nel romanzo di Carry On :)
RispondiEliminaNon vedo l'ora di recuperare Carry on! Spero sia migliore di Fangirl!
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