Genere:
Drammatico
Voto:
10/10
Trama:
I
miracoli accadono nei luoghi più impensati, persino all'interno del
braccio della morte, nel penitenziario di Cold Mountain. Qui il
carcerato John Coffey , un gigante buono dotato di poteri
soprannaturali, riesce a trasmettere un senso di spiritualità e
umanità alle guardie e ai suoi compagni carcerati.
Il
mio pensiero:
Dopo
aver amato il libro, ho deciso di guardare anche il film che dura ben
2h e 53minuti, tantissimo direte voi, ma ogni minuto è ben speso ve
l'assicuro!
In
genere i film lunghi mi annoiano ma ho trovato Il miglio verde
interessante dal primo minuto fino all'ultimo, quindi potete
immaginare quanto può avermi conquistata questa storia.
Immagino
che più o meno tutti conosciate la storia, quindi non vi sto a
raccontare lo sviluppo per filo e per segno, anche perché, se non lo
avete mai visto, ve lo consiglio di cuore, è uno di quei film che
dovrebbero guardare tutti almeno una volta nella vita.
Uff,
non so proprio da che parte iniziare per spiegarvi quanto mi abbia
fatto soffrire questo film, e quanto io mi sia immedesimata in ognuno
dei personaggi.
Partiamo
da il più amato: John Coffey, il gigante buono, l'uomo (o forse
angelo?) che possiede un potere sovrannaturale, il potere di ridare
la vita, di prendere l'oscurità dal cuore delle persone e
trasformarla in luce.
Credo
che John sia entrato nel cuore di ogni lettore/spettatore per la sua
anima bella e la sua esistenza sofferta. E dire che tutti, tranne le
guardie carcerarie, lo reputano un assassino e lo condannano a morte,
quando invece è l'eroe di turno.
Apro
una parentesi per dire che l'attore Michale Clarke Duncan (deceduto
il 3 settembre 2012) verrà sempre ricordato per il ruolo di John
Coffey.
Il
secondo personaggio più amato da me è Paul Edgecomb, il capo delle
guardie carcerarie, impersonato dal bravissimo Tom Hanks, un attore
tra i più bravi di Hollywood.
Ho
trovato questo personaggio molto profondo, leale, giusto,
affascinante e con quella vena malinconica che mi ha spezzato il
cuore.
La
realtà di un penitenziario è dura, ma Edgecomb riesce comunque ad
instaurare un legame con persone non propriamente dall'anima
pura, se così si può dire. Mi ha colpita come lui riesca a vedere
la persona oltre la bestia, e come, attraverso i suoi occhi, anche io
sono riuscita a vedere personaggi come De la Croix senza giudicarlo
per le azioni brutali compiute nel passato, e a prenderlo persino in
simpatia.
Forse
è proprio questa la forza del film, il messaggio profondo che ne
esce: ci sono mostri orribili ma ci sono anche persone che possono
redimersi, persone che comunque dovranno rendere conto a Dio in
persona prima o poi.
Eppure
Edgecomb riesce ad essere obbiettivo e persino misericordioso, con
alcuni dei carcerati, riesce a provare pena per loro rendendosi umano
ai miei occhi.
Ho
adorato quando si prende cura del topolino (Mr Jingle) affidatogli da
De la Croix prima dell'esecuzione e, anni dopo quando lascia il
penitenziario.
Il
suo rapporto con John Coffey è però sintomo di un animo tormentato,
la volontà di salvarlo, anche a costo della carriera o addirittura
della propria libertà, le sue lacrime ma al tempo stesso la sua
forza durante l'esecuzione del gigante, la decisione di esaudire il
desiderio di John nonostante sia per lui sbagliato e ingiusto, sono
tutti fattori che danno spessore al personaggio abilmente creato da
quel genio di Stephen King.
Apprezzatissimi
anche i compagni fedeli di Edgecomb, specialmente Brutal che lo
appoggia in ogni scelta fidandosi ciecamente e mettendo la propria
vita nelle mani del capo. Nonostante il nome Brutal è davvero un
ottimo personaggio dal grande cuore e dalla straordinaria fedeltà.
Tanto
sono splendidi i personaggi buoni, tanto sono orribili e spietati
quelli cattivi: Billy e Percy.
Il
primo è un assassino spietato e perverso, cattivo fino al midollo e
con quel tocco di pazzia che lo rende micidiale.
Il
secondo è un aspirante guardia carceraria assettata di sangue,
nonostante sia giovanissimo ha in sé una vena di malvagità che lo
porta ad entrare nel braccio della morte solo per provare
l'eccitazione di vedere un essere umano morire sulla sedia elettrica.
La
cattiveria di questi due personaggi è inaudita e così forte da
farmi provare la voglia di ammazzarli io stessa...per fortuna King ha
pensato, almeno per Percy, una fine ben peggiore della morte.
Apprezzato
anche il salto temporale, dove si ritrova Edgecomb vissuto per oltre
un secolo che racconta tutta la storia dall'inizio alla fine,
spiegando anche cosa accade agli altri personaggi (cosa che apprezzo
molto sia nei libri che nei film). La sua solitudine e il peso di
quegli anni vissuti
nel braccio della morte lo hanno segnato ma l'incontro con Coffey ha
fatto si che la sua vita cambiasse completamente, nel bene e nel
male.
Starei
ore e ore a parlarvi della bellezza di questo film, ma finirei per
ripetermi inutilmente, aggiungo però di aver amato anche la parte
legata al sovrannaturale e di non averla giudicata affatto esagerata
ma molto coerente con la storia che King ha voluto raccontare.
Vi
lascio quindi un ultimo consiglio: se deciderete di guardare questo
film, vi prego lasciate il cuore aperto, captate tutte le sfumature
dei personaggi e lasciatevi trasportare dalla storia, senza paure e
senza pregiudizi.
Il
Miglio Verde è un film da vivere in pieno e a 360 gradi.
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