Ciao lettori!
Come state? Io tutto bene.
Oggi è martedì per cui vi aggiorno la
rubrica I miei consigli.
Trama:
Non guardarlo, non cercarlo. Se gli
credi lui ti vede.
Denny ha solo 7 anni, una madre che si
droga e si riempie di farmaci, un padre folle e alcolizzato, dei
compagni di scuola che lo maltrattano e lo considerano pazzo.
Quando è solo, per vincere il terrore
inventa filastrocche inquietanti. Ha un unico amico,che si fa
chiamare Uomo dei Sogni: è un vecchio crudele, trasandato, con un
bastone in mano. Se qualcuno fa del male a Denny, l'Uomo dei Sogni
non perdona. Arriva e vendica.
Pietro di anni ne ha 14, è un
autistico geniale con il dono del disegno. Unico testimone oculare
delle aberranti sparizioni di alcuni ragazzini. Pietro fa la sola
cosa che gli riesce in modo esemplare: disegna ciò che ha visto. E
ciò che ha visto è agghiacciante. Nessuno gli crede, nessuno tranne
la sua educatrice professionale, Alice: quei disegni le tolgono il
sonno e la precipitano nell'incubo, le ricordano qualcosa che molti
anni prima aveva cercato di rimuovere... ma ora il passato ritorna e
travolge. E deve essere fermato.
Perché lo consiglio:
Perché è il genere di libro che ti
mozza il fiato e ti fa rabbrividire ad ogni pagina.
L'ho letto molto tempo fa ma, ancora
ricordo con quale entusiasmo io l'abbia, appunto, “divorato”.
Ho già detto in precedenza quanto mi
piace lo stile della Ghinelli e in questo libro, secondo me, ha dato
il massimo.
Lo consiglio a chi ama rimanere col
fiato sospeso e crede nell'impossibile.
Trama:
Marina ha 19 anni e una vita molto
complicata. Sua madre è morta, e suo padre un uomo prepotente e
autoritario, si è risposato con una donna odiosa che la tratta come
Cenerentola. L'unica ragione che la trattiene dal fuggire da casa è
il fratellino Filippo, che Marina cerca di proteggere da quella
famiglia dissestata a colpi di affetto e d'ironia.
Il suo grande sogno è quello di
entrare all'Accademia delle Belle Arti, essendo dotata di un
incredibile talento per il disegno, ma non potendo permetterselo,
l'unico modo di stare il più vicino possibile a quel mondo è
lavorare al bar davanti all'Accademia, dove può osservare gli
studenti che fanno la vita che vorrebbe lei e a peggiorare la
situazione è innamorata cotta di Christo, uno studente brasiliano
bello e scapestrato che viene a fare colazione da lei tutte le
mattine senza degnarla di uno sguardo. La sua vita non potrebbe
essere più frustrante se si escludono i momenti in cui si chiude in
camera a disegnare senza sosta ascoltando i Temper Trap estraniandosi
totalmente da quel mondo cupo e senza speranza.
Finché un giorno arriva Nic.
Perché lo consiglio:
Lo consiglio perché amo la Bosco e
perché è un libro che, a differenza degli altri che ha scritto, non
è ironico ne divertente ma scorre velocemente, una pagina dietro
l'altra.
È un libro molto profondo che affronta
diversi temi importanti e a cui io sono particolarmente sensibile.
Se amate le storie cariche di
sentimenti autentici.
Trama:
Quella
di Waris Dirie è una testimonianza straordinaria. La sua vita, ricca
di momenti dolorosi ma anche di grandi felicità e successi, insieme
avventurosa ed esemplare, l'ha portata dai deserti africani
all'esclusivo mondo delle top model.
È nata in un villaggio della Somalia, ha circa trent'anni: ma nessuno, nella sua famiglia di nomadi con dodici figli, annotò la data della sua nascita.
Quando aveva più o meno cinque anni, suo padre decise che era giunto il tempo di infibularla: le pagine in cui Waris ricorda oggi quella mutilazione atroce sono assolutamente strazianti. Aveva tredici anni quando suo padre la vendette per cinque cammelli a un uomo di sessant'anni: Waris non accettò quel destino, fuggì da una zia a Mogadiscio, e poi a Londra, nella residenza di uno zio ambasciatore, come cameriera, a lavorare 18 ore al giorno 7 giorni su 7. Sempre meglio di quello che l'aspettava in patria, pensava. Così, quando lo zio, concluso il suo mandato, fu richiamato in Somalia, decise di restare in Inghilterra. Sola, iniziò a guadagnarsi da vivere lavando i pavimenti da McDonald's. Analfabeta, si iscrisse a una scuola serale.
Finché un giorno un fotografo la convinse a posare. All'improvviso, come nelle favole, il suo destino cambiò. Iniziò una fortunatissima carriera di fotomodella che la portò sul Calendario Pirelli e nelle campagne pubblicitarie della Revlon. Dopo il successo, è arrivata anche la felicità: oggi è la madre felice del piccolo Aleeke.
Tuttavia Waris Dirie non ha mai dimenticato le sofferenze che ha patito, e quelle che hanno patito e patiscono milioni di donne in tutto il mondo. Al culmine del successo, ha trovato il coraggio di raccontare la propria storia, il suo segreto più intimo. Con quell'intervista è iniziata la battaglia che sta combattendo con grandissimo impegno e coraggio, in difesa di tutte le donne che hanno vissuto e vivranno la sua esperienza. Oggi Waris Dirie è il portavoce ufficiale di Face to Face, la campagna dell'ONU per eliminare le mutilazioni femminili.
«La mutilazione genitale femminile è particolarmente diffusa in ventotto paesi africani. L'ONU ritiene che questa pratica abbia riguardato complessivamente 130 milioni di donne e ragazze. Le vittime vengono mutilate con utensili d'uso comune - quali lame di rasoio, coltelli, forbici o, peggio, con schegge di vetro, pietre appuntite e persino a morsi. Invece di diminuire, il numero delle ragazze che vengono mutilate aumenta. Molti africani emigrati in Europa e negli Stati Uniti non hanno abbandonato questa consuetudine.
Se penso che quest'anno due milioni di ragazze subiranno quello che ho subito io, mi sento male e mi rendo conto che quanto più questa tortura andrà avanti, tante più saranno le donne come me, furiose e ferite, che non potranno mai più avere ciò che è stata loro tolto».
Waris Dirie
È nata in un villaggio della Somalia, ha circa trent'anni: ma nessuno, nella sua famiglia di nomadi con dodici figli, annotò la data della sua nascita.
Quando aveva più o meno cinque anni, suo padre decise che era giunto il tempo di infibularla: le pagine in cui Waris ricorda oggi quella mutilazione atroce sono assolutamente strazianti. Aveva tredici anni quando suo padre la vendette per cinque cammelli a un uomo di sessant'anni: Waris non accettò quel destino, fuggì da una zia a Mogadiscio, e poi a Londra, nella residenza di uno zio ambasciatore, come cameriera, a lavorare 18 ore al giorno 7 giorni su 7. Sempre meglio di quello che l'aspettava in patria, pensava. Così, quando lo zio, concluso il suo mandato, fu richiamato in Somalia, decise di restare in Inghilterra. Sola, iniziò a guadagnarsi da vivere lavando i pavimenti da McDonald's. Analfabeta, si iscrisse a una scuola serale.
Finché un giorno un fotografo la convinse a posare. All'improvviso, come nelle favole, il suo destino cambiò. Iniziò una fortunatissima carriera di fotomodella che la portò sul Calendario Pirelli e nelle campagne pubblicitarie della Revlon. Dopo il successo, è arrivata anche la felicità: oggi è la madre felice del piccolo Aleeke.
Tuttavia Waris Dirie non ha mai dimenticato le sofferenze che ha patito, e quelle che hanno patito e patiscono milioni di donne in tutto il mondo. Al culmine del successo, ha trovato il coraggio di raccontare la propria storia, il suo segreto più intimo. Con quell'intervista è iniziata la battaglia che sta combattendo con grandissimo impegno e coraggio, in difesa di tutte le donne che hanno vissuto e vivranno la sua esperienza. Oggi Waris Dirie è il portavoce ufficiale di Face to Face, la campagna dell'ONU per eliminare le mutilazioni femminili.
«La mutilazione genitale femminile è particolarmente diffusa in ventotto paesi africani. L'ONU ritiene che questa pratica abbia riguardato complessivamente 130 milioni di donne e ragazze. Le vittime vengono mutilate con utensili d'uso comune - quali lame di rasoio, coltelli, forbici o, peggio, con schegge di vetro, pietre appuntite e persino a morsi. Invece di diminuire, il numero delle ragazze che vengono mutilate aumenta. Molti africani emigrati in Europa e negli Stati Uniti non hanno abbandonato questa consuetudine.
Se penso che quest'anno due milioni di ragazze subiranno quello che ho subito io, mi sento male e mi rendo conto che quanto più questa tortura andrà avanti, tante più saranno le donne come me, furiose e ferite, che non potranno mai più avere ciò che è stata loro tolto».
Waris Dirie
Perché lo consiglio:
Questo libro mi è stato prestato
qualche anno fa da un amica e mi ha aperto un mondo.
La storia vera di Waris mi ha tenuta
incollata alle pagine senza riuscire a smettere di leggere un attimo.
Ho vissuto praticamente due giorni
portandolo ovunque e non mi sono pentita affatto di averlo letto.
Mi ha fatta ridere, commuovere,
pensare, sbalordita, impressionata, impaurita e fatta crescere.
È una storia davvero unica la sua e,
anche se non ne avevo mai sentito parlare, mi ha fatto ammirare la
forza e la tenacia di questa fantastica donna.
La parte dell'infibulazione devo
ammettere, ho fatto molta fatica a leggerla perché è davvero cruda
e scende nei dettagli.
Io sono un po' impressionabile e ho
rischiato di vomitare parecchie volte ma ho capito che andava scritta
in quella precisa maniera.
Lo consiglio a chi ama le storie forti.
Per oggi è tutto cari lettori, vi ho
dato i miei consigli e vi do appuntamento con la stessa rubrica
martedì prossimo.
Fatemi sapere se avete letto qualcuno
di questi libri e se vi sono piaciuti.
Un abbraccio dalla vostra Cry.
Hola :),
RispondiEliminaEd è così che sulla lista si aggiungono fiore del deserto e il divoratore XD, Cristina di questo passo sommergerò di libri casa mia a furia di seguirti D:,
Alla prossima ;)
Ciao Ivano :-)
EliminaAh ah ah allora ti consiglio di comprare una libreria robusta :-)
Grazie mille per il fatto che mi segui, ne sono felicissima :-)
Alla prossima.
Più che robusta deve essere bella grande XD, grazie a te che consigli libri bellissimi :)
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