Ciao a tutti amici lettori, oggi io e Carmelo abbiamo scelto due personaggi impegnativi e storici realmente esistiti: Giovanna D'Arco e Maria Antonietta.
Buona lettura ;)
Maria
Antonietta.
Biografia:Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena, nota semplicemente come Maria Antonietta (Vienna,2 novembre 1755 – Parigi, 16 ottobre 1793), è stata regina di Francia e di Navarra, dal 10 maggio 1774 al 1º ottobre 1791, e regina dei Francesi, dal 1º ottobre 1791 al 21 settembre 1792, come consorte di Luigi XVI.
Figlia
di Maria
Teresa d'Austria
e
di Francesco
Stefano di Lorena,
alla nascita era stata insignita del titolo di arciduchessa
d'Austria.
Per suggellare l'alleanza
tra l'Austria e la Francia
contro
la Prussia
e
l'Inghilterra,
venne data in sposa, quattordicenne, al delfino
di Francia,
il futuro Luigi XVI. Trasferitasi a corte, nella reggia
di Versailles,
per sopperire alla solitudine, alla noia e a un matrimonio deludente
e tormentato, cominciò a vivere nelle frivolezze, dedicandosi a
costosi diversivi.
La
frivolezza del suo carattere, i favoritismi e le ingerenze negli
intrighi di corte le inimicarono molte delle grandi famiglie
dell'antica nobiltà, che contribuirono a diffondere maldicenze e
dicerie contro di lei, soprannominata con sprezzo l'Austriaca. Anche
negli anni della maturità, nei quali avrebbe mostrato più senso di
responsabilità e di riflessione, non sarebbe riuscita a cancellare,
di fronte all'opinione pubblica, l'immagine di «donna frivola,
irresponsabile, assetata di lusso e dissipatrice».
Durante
la rivoluzione
francese,
ostile a ogni compromesso con le idee liberali e accesa sostenitrice
del diritto
divino dei re,
cercò di salvare la monarchia assoluta, anche attraverso i continui
contatti con gli aristocratici emigrati. In seguito alla crescente
ostilità popolare, dovuta anche al fallito tentativo di fuga, fu
messa in stato di arresto insieme alla famiglia reale. Durante il
periodo di prigionia, dopo la caduta della monarchia, dimostrò di
essere una madre e una moglie esemplare. Processata sommariamente e
giudicata colpevole di
alto
tradimento
dal
tribunale
rivoluzionario,
seppur senza prove tangibili, morì con dignità sulla ghigliottina.
La sua morte segnò la reale fine dell'ancien
régime.
Il rapporto con Luigi XVI
Il
matrimonio tra Luigi XVI e Maria Antonietta fu relativamente
tranquillo e accomodante, nonostante i due fossero estremamente
diversi, sia per temperamento fisico sia per interessi. Infatti, non
era possibile che scaturissero tensioni, poiché il re e la regina
evitavano ogni attrito tra di loro, il primo per apatia, la seconda
per noncuranza.
L'unico
pesante ostacolo alla felicità coniugale dei sovrani di Francia fu
rappresentato dalla mancata consumazione delle nozze nei primi sette
anni di matrimonio. Ciò che rendeva questa situazione ancora più
insopportabile per la giovane coppia era il fatto che, in quanto
sovrani, la loro vita era sotto gli occhi di tutta la corte di
Versailles, che da dietro le quinte malignava sui loro insuccessi.
L'umiliazione,
derivante da questa peculiare circostanza, lasciò una macchia
indelebile sulla loro relazione coniugale.
Dal
momento che non poteva soddisfare fisicamente la moglie né metterla
nella circostanza di procreare un erede maschio per la Francia, Luigi
XVI permise che la regina si desse a divertimenti costosi e sciocchi,
per sopperire alle sofferenze del matrimonio e per dimenticare
mortificazione e solitudine. Maria Antonietta, tranne che nelle
questioni politiche, riusciva a ottenere dal re tutto quello che
desiderava, nonostante questi non approvasse i suoi comportamenti, le
sue considerevoli spese né apprezzasse le persone di cui si era
circondata. Tuttavia, il re cedeva sempre dinanzi alle richieste di
Maria Antonietta, come per scusarsi delle proprie colpe, che
segretamente facevano soffrire entrambi.
L'arrendevolezza
di Luigi XVI nei confronti della moglie faceva sentire quest'ultima
superiore al re. Tuttavia, da un punto di vista prettamente politico,
Maria Antonietta non riuscì ad avere particolare presa sul consorte,
nonostante sia l'imperatrice Maria Teresa sia l'ambasciatore Mercy
l'avessero spesso esortata ad acquistarsi le simpatie di Luigi XVI,
al fine di influenzare la sua politica estera in favore della Casa
d'Austria. Pertanto, Maria Antonietta si sentiva autorizzata
dall'alto a pensare di essere superiore al re, un uomo che non amava
e che l'aveva per anni umiliata come donna, respingendola
sentimentalmente e fisicamente.
In un'occasione,
poco dopo l'incoronazione di Luigi XVI, nel 1775, Maria Antonietta si
azzardò, con grande scandalo della madre, a definire il marito «quel
pover'uomo».
La vera storia di Antonietta e Fersen (Lady Oscar)
Maria
Antonietta, perduta fra i sogni dell'adolescenza, non riusciva a
colmare l'immensa voragine del suo giovane cuore neanche con
l'affetto della più cara amica, Yoland
de Polignac.
Un matrimonio imposto detta doveri ma il vero amore fa giustizia da
sè e uno sguardo capace di donare brividi sconosciuti annebbia la
ragione anche delle future regine.
Un
giovane svedese, alto, aristocratico, infinitamente bello,
visitò Versailles dove
conobbe, l'ancora delfina, Maria Antonietta. Nel corso d'un ballo in
maschera, s'incontrarono e parlarono per un pò prima che egli
capisse chi fosse la sua iterlocutrice.
Non
si poteva restare indifferenti ai lineamenti classici e la grazia
quasi femminea del conte svedese. Singolarmente bello e intelligente,
si diceva di lui "pensa nobilmente e con particolare
elevatezza". C'era in Fersen una
dignitosa malinconia in cui Antonietta si rispecchiava profondamente.
Detestava come lei formalismi e pretenziosità, inoltre persona molto
schietta.
Nel
1778, Fersen, annotò sul suo diario che Antonietta era:
"LA PRINCIPESSA PIÙ GRAZIOSA E PIÙ AMABILE CHE IO CONOSCA".
"LA PRINCIPESSA PIÙ GRAZIOSA E PIÙ AMABILE CHE IO CONOSCA".
Al
termine del suo soggiorno, Antonietta era evidentemente infatuata di
lui, nella sua tenuta di ufficiale della cavalleria svedese -
farsetto azzurro, giubba bianca e pantaloni attillati di pelle
scamosciata - Quando prese congedo da lei, con l'intenzione
d'imbarcarsi per l'America, a corte molti notarono che la Regina "non
riusciva a distogliere lo sguardo da lui" e che le spuntavano le
lacrime agli occhi. Ma la spedizione fu rinviata e questo gli
consentì di tornare a Versailles rimandando la partenza al 1780.
Nel
giugno del 1783 Fersen fece ritorno in Francia, più maturo, più
magro e coperto di gloria. Riprese le sue visite a Versailles e
ancora una volta entrò a far parte della cerchia degli amici più
devoti di Antonietta. Ma della regina non rimase soltanto amico. Nel
corso di quell'estate si sviluppò tra loro un'intimità che prima o
poi divenne quasi certamente fisica.
L'idillio
durò solo alcuni mesi. Fersen, in procinto di sposarsi, decise
improvvisamente che non si sarebbe ammogliato. "SONO ARRIVATO A
UNA DETERMINAZIONE", scrisse a sua sorella Sophie, "NON
POSSO APPARTENERE ALL'UNICA PERSONA ALLA QUALE VORREI APPARTENERE,
L'UNICA CHE REALMENTE AMI, E PERCIÒ NON VOGLIO APPARTENERE A
NESSUNA".
Non
potendo appartenere ad Antonietta, riuscì ad assicurarsi una carica
che gli desse la possibilità di soggiornare regolarmente a
Versailles. Ottenne così il comando del reggimento reale svedese
aggregato all'esercito francese. D'ora in poi la sua vita sarebbe
stata un viaggio continuo fra la corte di Svezia e Versailles. Re
Gustavo di Svezia cominciò ad includerlo nel suo seguito in molti
viaggi ma lui dovunque si trovasse scriveva regolarmente ad
Antonietta.
I
periodi che i due amanti trascorrevano insieme erano sempre brevi
inoltre dovevano comportarsi con estrema prudenza. Quand'era lontano
"DALL'UNICA CHE REALMENTE MI AMI" Fersen aveva altre
relazioni, di nessuna importanza, Antonietta fu per lui l'unica donna
amata.
Per
lei l'amore di Fersen era una rivelazione, una fonte di gioia anche
in sua assenza, egli rimaneva nello sfondo della sua vita. Nel 1789
Antonietta ordinò che al proprio appartamento fossero apportate
delle modifiche onde ricavare un posto in cui Fersen avrebbe potuto
risiedere durante i soggiorni ufficiali a Versailles. La
caratteristica più vistosa era una grande stufa svedese, la cui
installazione comportò una certa spesa e rese necessaria la parziale
demolizione di un muro e di un tratto di pavimento.
Tale
ristrutturazione venne registrata dal Servizio degli edifici reali, e
Fersen l'accennò vagamente nel suo diario. Il 7 aprile 1787 menzionò
l'esistenza di un "PROGETTO PER ALLOGGIARE AL PIANO DI SOPRA"
e due settimane dopo parlò di "QUELLO CHE LEI DEVE ESCOGITARE
PER FARMI VIVERE AL PIANO DI SOPRA". La stufa, e l'alcova che la
sua installazione aveva consentito di ricavare da una stanza, furono
menzionate in modo più esplicito nell'ottobre successivo.
Il
loro rapporto aveva superato da tempo l'intensa, incandescente fase
iniziale ed era diventato un legame solido, maturo e privo di scosse.
Quasi tutte le giornate dei suoi soggiorni in Francia, Fersen, le
trascorreva a Versailles. Tre o quattro volte la settimana andava a
cavalcare nei pressi del Petit Trianon, e Antonietta, sola, usciva a
cavallo per raggiungerlo. Nel parco potevano godere di una certa
intimità benchè fossero attentamenti osservati dall'intera corte.
Il
conte di Saint-Priest scrisse: "Quegli incontri erano motivo di
grande scandalo nonostante la modestia e la riservatezza del
favorito, il quale esteriormente non lasciava mai capire quale
fossero i suoi sentimenti, e di tutti gli amici della regina era il
più discreto". (pare che Fersen avesse sedotto anche la moglie
del suddetto conte e ministro).
Antonietta
si mostrava chiaramente imprudente, si preoccupò tuttavia quando
venne recapitato un pacchetto di lettere a Luigi, nel corso d'una
partita di caccia. Il sovrano sedette per leggerle e rimase assorto
nella lettura in solitudine. Al loro ritorno gli scudieri lo
trovarono in uno stato d'agitazione da non riuscire a rimontare a
cavallo. Il volto era rigato di lacrime e gli occhi arrossati di
pianto.
Una
delle lettere conteneva un vero atto d'accusa contro Antonietta: la
regina si era resa responsabile di infedeltà coniugale diventando
l'amante di Fersen. La regina giustificò dicendo: "VOGLIONO
PRIVARCI DEL SOLO AMICO SUL QUALE POSSIAMO CONTARE". Il re
ferito nell'intimo non provvide ad allontanare Fersen da corte - in
quel periodo di crisi contava su di lui, ne aveva più bisogno che
mai inoltre la figlia
minore stava
morendo non c'era tempo per tormentare Antonietta con accuse e
recriminazioni.
Fersen
rinunciò al suo grado militare, per dedicarsi a tempo pieno al
servizio della famiglia reale, dopo il loro trasferimento
alle Tuileries pur
scegliendo di alloggiare, non distante, in posti più accoglienti.
Nonostante il pericolo di scambiare informazioni per iscritto
continuò ad operare come messaggero, intermediario, cifratore e
segretario, lo testimoniano bozze di lettere scritte di suo pugno,
con appunti e correzioni di Maria Antonietta: l'affiancava dunque
nella redazione delle urgenti richieste di denaro e appoggio militare
inoltrate ai monarchi europei.
Risultò
fondamentale per l'organizzazione della tentata Fuga
di Varennes.
Durante la semi prigionia di Antonietta la loro corrispondenza
epistolare proseguì attraverso lettere cifrate - ricorrendo ad un
libro comune (nel caso specifico Paul et Virginie di Bernardin de
Saint-Pierre) pagina e riga di ogni lettera o sillaba erano indicate
in base ad un codice concordato - "FRA LE PERSONE CHE DEVO
VEDERE, LE LETTERE CHE DEVO SCRIVERE E IL TEMPO CHE DEVO TRASCORRERE
CON I MIEI FIGLI, NON HO PIÙ TEMPO PER ME" confidò in una
delle sue lettere a Fersen - attualmente impegnato a convincere le
corti europee ad intervenire in aiuto della Francia - si rivolgeva a
lui come "AL PIÙ AMATO E AL PIÙ AMOROSO TRA GLI UOMINI"
diceva di amarlo, di non poter vivere senza scrivergli, per quanto
pericoloso. Lo esortava a non tornare in Francia, qualunque cosa le
accadesse - era nota la sua complicità nella tentata fuga - per
quanto avesse desiderio di vederlo, non poteva permettergli di
rischiare l'arresto. Gli confidava la "TREMENDA STANCHEZZA
MENTALE CHE MI AFFLIGGE INCESSANTEMENTE".
Tempo
dopo Fersen tornò in incognito, in compagnia di un cane e di
preziose lettere affidategli dal re di Svezia Gustavo intenzionato ad
invadere la Francia, passando per la Normandia, agevolando la fuga
dei reali. La sua missione consisteva nel persuadere Luigi a
collaborare. Antonietta, ne era sicuro, sarebbe stata più che
disposta.
Si
diresse verso l'appartamento di Maria Antonietta, seguendo
l'itinerario a lui familiare. L'ambasciatore di Caterina la Grande -
Simolin - gli aveva illustrato, piangendo, le condizioni di
Antonietta: erano il re ed il delfino a dover essere salvati,
l'importanza di salvare se stessa era stata affogata dall'angoscia.
"NON HO PAURA DI NULLA" aveva detto la regina con orgoglio
"E PREFERIREI CORRERE TUTTI I PERICOLI POSSIBILI PIUTTOSTO CHE
VIVERE ANCORA NELLO STATO DI DEGRADAZIONE E DI INFELICITÀ IN CUI MI
TROVO".
Fersen
contava sul coraggio di Antonietta ma non immaginava lo spettacolo
che si trovò dinanzi: vide una donna stanca, logora, che dimostrava
sessant'anni a dispetto dei trentasei che aveva. Devastata
dall'angoscia e dall'eccesso di lavoro.
Discussero
per ore. Luigi non li interruppe. Fersen trascorse la notte
nell'appartamento di Antonietta. Il giorno dopo Luigi lo informò che
non avrebbe lasciato il palazzo. Fersen preparò il suo viaggio di
ritorno quindi tornò per cenare con i reali. Lasciò le Tuileries a
mezzanotte passando per il cancello principale, convinto che gli
amici ai quali era tanto affezionato fossero al di là di ogni
possibilità di essere aiutati.
Nel
periodo successivo Antonietta scrisse a Fersen aggiornandolo sulla
situazione: "LA CONGREGA DEGLI ASSASSINI STA CRESCENDO DI
NUMERO... IO SONO ANCORA VIVA MA È UN MIRACOLO CHE LO SIA...
CREDETEMIM, IL CORAGGIO NON CI LASCIA MAI... AFFRETTATEVI SE POTETE,
A PORTARCI L'AIUTO CHE CI AVETE PROMESSO... STIAMO ALZATI TUTTA LA
NOTTE IN ATTESA DI ESSERE TRUCIDATI"
In
occasione di una visita incognita del Generale
Jarjayes-
col tentativo d'organizzare una fuga dal Tempio-
Antonietta gli affidò un calco di cera del suo sigillo personale di
quando era regina, recante l'insegna di famiglia di Fersen - un
colombo che torna al nido con la scritta, in italiano, "Tutto a
te mi guida" - e disse di assicurare a Fersen che tali parole
"NON SONO MAI STATE PIÙ VERE". Era Fersen che piangeva,
non Luigi, sgomentata dal pensiero di non rivederlo mai più.
RICERCHE
STORICHE HANNO PORTATO ALLA LUCE I SEGUENTI STUDI:
Fersen,
nel suo diario privato designava Antonietta col nome "Josephine"
e manteneva con la regina una corrispondenza segreta.
Nel
1878 furono pubblicate circa sessanta lettere di Antonietta e Fersen,
piene di sospette lacune, in seguito il curatore delle lettere,
barone Klinckowström pronipote di Fersen, le bruciò. L'unica
sfuggita al rogo afferma:
"POSSO
DIRTI CHE TI AMO E ANZI QUESTO È TUTTO CIÒ PER CUI HO TEMPO...
FAMMI SAPERE A CHI DOVRÒ INDIRIZZARE LE NOTIZIE CHE POTREI MANDARTI,
PERCHÈ SENZA QUESTO NON POTREI VIVERE. ADDIO, MIO AMATISSIMO E
AMOROSISSIMO TRA GLI UOMINI. TI BACIO CON TUTTO IL MIO CUORE".
Pare
inoltre che Fersen facesse riferimento ad un certo punto al
"parallelismo" esistente fra il suo rapporto con Antonietta
e il rapporto fra il conto svedese Gyllenstierna e la regina Hedvig
Eleanora, e costoro erano amanti.
Storici
e biografi hanno dovuto procedere con cautela sul problema se Fersen
e Antonietta fossero o no amanti. Alcuni idolatravano la regina ed
ammettere una sua infedeltà a Luigi XVI avrebbe offuscato la sua
immagine, inoltre avrebbe contribuito a dar credito alle dicerie
sulle orge ed avrebbe aperto discussioni sulla paternità del duca
di Normandia.
Vicino
alla verità, salvo nuove scoperte, è che il suo legame amoroso con
Fersen fu l'unico atto d'infedeltà di Antonietta, che lo stesso fu
l'unico uomo da lei amato, nonostante la profonda stima e affezione
per suo marito.
Il
mio pensiero sul personaggio:
Devo
ammettere che Maria Antonietta è sempre stato un personaggio
affascinante sotto tutti i punti di vista. Io l'ho conosciuta meglio
tramite il cartone di Lady Oscar e ne sono rimasta affascinata.
Mi
ha dato l'impressione di essere una persona fragile, che non ha mai
potuto scegliere per la sua stessa vita, e ciò l'ha condotta a
sbagliare più e più volte.
Nonostante
questo mi sono immedesimata in lei anche se non completamente: il
fatto che sia stata obbligata a sposare Luigi XVI in giovane età mi
ha permesso di “scusarla”, in un certo senso, per il tradimento
consumato con Fersen. In fondo il matrimonio con il re è stato un
enorme sbaglio e non c'è nulla di peggio del non poter scegliere chi
amare.
Diciamo
pure che mi sono “innamorata” della storia amorosa tra lei e
Fersen e mi piace pensare che il loro fosse il Vero Amore di cui
tutti parlano ma che pochi hanno la fortuna di vivere.
C'è
però da dire che non mi piacciono affatto la capricciosità, e la
frivolezza di Antonietta, ma penso sia dovuta al fatto che questa
donna non è mai davvero maturata, e forse proprio per colpa della
severità della madre che l'ha sempre soggiogata e disprezzata.
Non
si può però dire che nella propria vita non abbia sofferto, è una
donna che ha dovuto superare molti problemi e avvenimenti (come la
morte del figlio) catastrofici che devono averla segnata in modo
indelebile.
Non
si saprà mai se davvero ha avuto tutti gli amanti che le sono stati
attribuiti ma di sicuro Fersen è l'unico su cui si ha la certezza.
A
guardare le immagini che si trovano in rete ne traspare una bellezza
molto civettuola e il suo fare da bambina immagino abbia attirato ben
più di Fersen e Luigi XVI (anche se si dice che il re non ne fosse
innamorato).
Mi
piacerebbe moltissimo vedere il film con Kirsten Dunst e leggere
qualche libro per saperne di più. Credo che comunque sia uno dei
personaggi più famosi e affascinanti oltre che intriganti del
passato e mi piacerebbe davvero documentarmi maggiormente.
Maria
Antonietta mi confonde perché non ho ancora capito se sia un
personaggio cattivo, oppure semplicemente uno fragile che nella vita
ha solo fatto scelte sbagliate seguendo il cuore.
Mi
piace pensare che sia una buona nel profondo, almeno per quanto
riguarda il fattore sentimentale.
Ma
forse sono io che sono una sognatrice...chissà.
Voi
cosa ne pensate?
Mi
piacerebbe sapere la vostra opinione.
Giovanna
d'Arco (
6
gennaio 1412 – Rouen, 30
maggio1431)
è un'eroina
nazionale francese,
venerata come santa dalla Chiesa
cattolica,
oggi conosciuta anche come la
Pulzella d'Orléans.
Riunì
al proprio Paese parte del territorio caduto in mano agli inglesi,
contribuendo a risollevarne le sorti durante la guerra
dei cent'anni,
guidando vittoriosamente le armate francesi contro quelle inglesi.
Catturata dai Borgognoni davanti
a Compiègne,
Giovanna fu venduta agli inglesi che la sottoposero a un processo
per eresia,
al termine del quale, il 30 maggio 1431,
fu condannata al rogo e
arsa viva.Nel 1456 papa Callisto III, al termine di una seconda inchiesta, dichiarò la nullità di tale processo.
Beh, cosa si può pensare di Giovanna D'Arco? È una di quelle donne cazzute che piacciono a me, eroiche e coraggiose ma che alla fine ci rimettono la vita lottando per la libertà ed i propri ideali.
Penso che tutte noi donne dovremmo essere un po' come questa eroina e iniziare davvero a lottare per ciò che vogliamo senza pensare che siano gli uomini a doverci salvare: sappiamo salvarci egregiamente anche da sole!
Rispetto quindi a Giovanna D'Arco.
Bene amici lettori, questi erano i nostri personaggi scelti, se volete saperne di più su Giovanna D'Arco andate a leggere il post del mio caro collega Carmelo la libreria incantata
Bacioni e alla prossima ;)
Ciao! Il personaggio di Maria Antonietta è davvero affascinante!
RispondiEliminaUn po' di tempo fa ho visto il film di Sofia Coppola e credo che sia riuscito a rendere l'essenza di questa donna al suo meglio. Si tratta di una persona raffinata e bambina allo stesso tempo, viziata ma anche fragile. Di sicuro è una delle tante figure femminili vittime della storia e di intrighi più grandi di lei!
Esatto Silvia, è davvero un personaggio affascinante :)
EliminaPost interessante. Due personaggi importanti. Un buon fine settimana.
RispondiEliminaAbbiamo in programma di citarne altri in futuro :)
Elimina