Autore:
Susanna Casciani
Prezzo:
€ 16,00
Casa
editrice: Mondadori
Genere:
narrativa
Voto:
7/10
Trama:
Bisogna
prendersi cura dei doni come se fossero piccoli fiori selvatici:
sbocciano senza il nostro aiuto, ma dobbiamo fare attenzione a non
calpestarli, a non maltrattarli. E la piccola Livia di doni ne ha
eccome. Come si fa a non accorgersene? Lei è una che quando si muove
assomiglia a una nuvola trascinata dal vento, capace di rendere più
colorato tutto quello che tocca. È timidissima, parla poco, però
sorride a tutti. E poi ama scrivere, perché farlo la fa sentire
diversa, nel senso di speciale, come se nelle sue vene al posto del
sangue scorressero le parole. È un cuore puro il suo, e fragile, e
per questo avrebbe bisogno di essere accudito e protetto. Però si
sa, le stelle, le stesse alle quali Livia bambina si rivolge
sommessamente tutte le sere, seduta sul terrazzo di casa, molto
spesso si fanno gli affari loro e non sempre hanno voglia di guardare
giù, di ascoltarci. Infatti, a un certo punto, nella vita di Livia
accade qualcosa che le inceppa il cuore. Coll'aggravarsi della
depressione della madre, tutto per lei diventa faticoso, difficile.
Ragazzina sognatrice e poi giovane donna, Livia cerca comunque di
spiccare il volo ma, quasi fosse una farfalla con un'ala di seta e
una di piombo, non fa che sbattere da tutte le parti rovinando
puntualmente al suolo. Così, caduta dopo caduta, sfinita da un amore
- quello per la mamma malata - che si ciba della parte migliore di
lei, inizia a non fare più caso alle piccole magie che accadono ogni
giorno e finisce per rassegnarsi a lasciare andare tutti i suoi
sogni. Quel che non sa è che l'amore è più potente di qualsiasi
delusione.
Recensione:
“La
felicità può essere una scelta e io qui, adesso, scelgo di essere
felice.”
“Certe
tristezze assomigliano a quegli amori che, pur non essendo mai
iniziati, non riescono a finire e il loro ricordo viene a trovarti
quando meno te lo aspetti, nei momenti più impensabili, proprio
quando eri sicuro di esserne uscito, proprio quando ti eri convinto
di stare di nuovo bene.
Reduce
della distruzione del mio cuore dopo la lettura del precedente libro
della Casciani (Meglio soffrire che mettere in un ripostiglio il
cuore), mi sono gettata nuovamente fra le pagine dell'ultimo libro
uscito: Sempre d'amore si tratta.
Non
mi aspettavo però che fosse un libro così intenso e drammatico,
denso di dolore.”
Forse
non ero del tutto pronta per affrontare questa lettura che mi ha
portato un forte senso di ansia e anche un velo di paura per il
futuro.
Non
sono una persona fragile ne tanto meno debole ma la storia della
Casciani fa capire quanto sia facile farsi prendere dallo sconforto e
quanto sia potente il mostro della depressione che arriva a togliere
ogni sentimento bello dal cuore delle persone lasciando solo il
vuoto.
È
stato difficile leggere la storia di Caterina, la madre della
protagonista, una donna bellissima, piena di vita e con un sorriso
capace di illuminare il mondo ma che, col tempo, si spegne a causa di
una forte depressione.
Spietate
le parole dure usate dall'autrice che dà a Caterina un'incapacità
di dire e pensare cose belle, di amare o anche solo di provare un
briciolo di affetto per la figlia e il marito.
Straziante
l'immedesimarsi in questa donna, immaginare il vuoto del cuore, la
tristezza e la voglia di porre fine alla propria esistenza.
Nonostante
le dure parole, l'egoismo e il terribile gesto finale oltre che
l'incapacità di dare affetto, non sono riuscita ad odiare questo
personaggio, non me la sento proprio.
Ho
preso però in antipatia Livia, la protagonista, che si è sempre
ritenuta responsabile per lo stato in cui riversava la madre, ho
letto della sua completa dedizione a lei, dei suoi sogni infranti,
della sua vita interrotta ma non sono riuscita ad amarla, neanche un
po'.
È
un personaggio complicato, segnato dagli eventi certo, ma pur sempre
in grado di scegliere fra vivere e sopravvivere e non riesce mai a
prendere una giusta strada.
Invece
di essere migliore, di trasformare il dolore in qualcosa di positivo
si lascia andare, mette su una corazza di freddezza ed egoismo che
non posso proprio mandare giù e che continua a far subire anche alla
figlia Camilla.
Livia
voleva solo essere libera, lo posso capire, ma usare le persone, non
rispettarle e gettarle via non appena si avvicinano troppo non ha
senso secondo me.
Molto
meglio con il personaggio di Camilla, la dolcissima figlia di Livia e
unica persona in grado di dare uno scossone all'apatia di questa
donna fredda e dura.
Graditi
anche il personaggio di Lorenzo, eterno innamorato di Livia, Bianca,
migliore amica di Livia, Rosa, la nonna di Livia e Paolo, un
carissimo amico di Livia.
Meno
amato Edoardo, il padre di Livia e marito di Caterina che invece di
stare accanto alla moglie è riuscito solo a tradirla e a lasciarla
sola proprio nel momento in cui aveva più bisogno di sentirsi amata
e non ha saputo nemmeno aiutare la figlia, lasciando sulle sue
giovani spalle il peso della malattia e della morte della madre.
Insomma
una storia che prende a pugni lo stomaco e che mi ha fatto provare
molto dolore e rabbia in alcuni punti.
È
vero che io non ero pronta ma il libro è profondo e la storia molto
forte, e voi sapete che premio sempre i libri che mi provocano
emozioni.
“Ti
lascio la mia copia delle chiavi, la mia felpa a righe e la mia
versione di questi anni che abbiamo passato insieme e che quasi
sicuramente non avrà niente a che fare con la tua. Ti lascio il mio
stereo rosso, la mia parte del letto, qualche imprecazione, il
biglietto per quel concerto che avremmo dovuto vedere insieme. Ti
lascio la parte migliore di me, quella che non è bastata a sistemare
le cose. Non sai quanto coraggio mi ci vuole a lasciarti andare
proprio ora che vorrei soltanto tenerti per mano.”
Ciao!
RispondiEliminaVolevo dirti che finalmente sono riuscita a rispondere alle tue domande per il My world award 2018.
Grazie ancora per avermi nominato, ti lascio qui il link: https://unabuonalettura.blogspot.com/2018/06/my-world-award-2018_17.html
Grazie di aver risposto questa sera vado a vedere e commentare. Bacioni
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