Buon
giorno amici miei, come state?
Oggi
vi torno a parlare del mio “Rewatching Disney e non”.
Se
nella puntata precedente vi ho parlato di principesse, oggi vi parlo
di quei film dove i protagonisti sono gli animali, animali selvaggi e
animali domestici per la precisione.
Ecco
quindi che cosa ho rivisto:
Prima
sera:
Seconda
sera:
Terza
sera:
Trattandosi
di film con gli animali la mia scelta è stata piuttosto semplice, è
stato spontaneo quindi scegliere quello che è il mio film Disney
preferito: Il re leone.
Se
mi seguite da tempo saprete bene cosa questo film significhi per me.
Il
re leone è stato il mio preferito sin da quando ero bambina.
È
una storia ricca di emozioni che mi commuove ogni volta che lo
guardo.
Ma,
intendiamoci, come si fa a non piangere quando Mufasa muore?
Come
si fa ad essere così duri di cuore???
e
infatti ho pianto anche questa volta, ma non so resistere, mi piace
troppo e lo rivedrò altre mille volte accertandomi, ogni volta, di
avere a portata di mano i fazzoletti.
Il
re leone tocca talmente tanti temi importanti che nemmeno so da dove
cominciare.
Tratta
la morte, la perdita, il dolore, la perdita di se stessi, e non per
ultimo, il senso della vita stessa.
Attraverso
Simba ci andiamo a chiedere chi siamo, perché siamo qui, che scopo
abbiamo?
Tutti
temi estremamente delicati ed importanti per un cartone dedicato ai
più piccoli.
Non
esagero se dico che è proprio grazie al Re leone se sono diventata
una persona sensibile e con un grande legame con la natura.
Ho
sempre trovato affascinante lo studio dell’individuo e del senso
della vita e trovo che in questo film sia tutto molto chiaro e per
nulla velato.
Il
famoso Cerchio della vita non è altri che il nostro universo e gli
equilibri che lo mantengono vivo.
Mi
piace molto che Il Re leone insegni ad avere rispetto per ogni
creatura vivente, e amo come Mufasa regna sulle proprie terre, con
saggezza, bontà e giustizia, certamente sa essere severo e duro, pur
mantenendo sempre quel velo di genuina gentilezza dettata dal suo
buon cuore.
E
che dire di Simba?
L’erede
che lotta con tutto se stesso per fare i conti con un passato
difficile e doloroso che lo ha portato quasi a perdere se stesso.
Adoro
come finalmente riprende coscienza di quel che è davvero e si va a
riprendere e salvare, quello che è il suo regno e il suo popolo.
È
davvero un film meraviglioso che insegna tantissimo.
Il
secondo scelto è stato Bambi, un film decisamente più vecchio stile
che ci porta nel fitto dei boschi e quindi più vicini a quella che è
casa.
La
storia del cerbiatto orfano la conosciamo bene tutti, chi non ha mai
subito il trauma della morte della mamma di Bambi?
Ecco,
appunto.
Dopo
questo film sono rimasta così impressionata che, ancora oggi, quando
sento uno sparo (si, nei nostri boschi ci sono i comuni cacciatori,
inutile negarlo) mi viene in mente quella scena orribile.
Bambi
è però anche una storia delicata e dolce che ci aiuta a conoscere e
apprezzare le piccole e grandi creature del bosco.
Quando
lo guardo mi sento a casa proprio perché conosco bene quell’ambiente
meraviglioso che è il bosco.
Inoltre
adoro le creature che ci vivono, scoiattoli, caprioli, lepri, ricci,
uccellini, gufi e quant’altro.
Come
potevo quindi non apprezzare questo film?
Anche
qui ci sono degli insegnamenti come il rispetto per tutte le
creature, come l’uomo può davvero distruggere questo piccolo mondo
con il suo egoismo e la sua stupidità.
Ma
anche come un piccolo cerbiatto può diventare il principe della
foresta, maturando e crescendo passo dopo passo.
Anche
Balto è una storia toccante per certi versi, sebbene sia decisamente
più ironico e leggero.
Sapete
tutti che è stato tratto da una storia vera (che ultimamente è
stata un po’ revisionata e corretta grazie al film Togo) e quindi
non ve la sto a raccontare da capo.
Ho
sempre amato tantissimo questo film, un po’ perché amo il lupi, un
po’ perché il freddo nord mi ha sempre affascinata e un po’
perché amo il messaggio che vuole dare tramite Balto.
Balto
è un incrocio tra un lupo e un cane e per questo si è sempre
sentito incompleto, diverso, fuori posto nel mondo; anche grazie al
trattamento che umani e animali gli hanno sempre inflitto.
Capisco
benissimo il fatto che lui non si senta ne cane ne lupo, che si senta
indegno e insicuro, penso che un po’ tutti prima o poi ci siamo
sentiti così e quindi possiamo sentire come nostra la sua tristezza
e il suo dolore.
Sarà
proprio l’emergenza che infesta il piccolo paesino in cui vive a
spronarlo ad avere fiducia in se stesso e ad amare, finalmente,
quella che è la sua natura selvaggia di lupo che lo rende più forte
e più resistente di un comune cane.
Insomma,
su questo tema sono sensibile e quindi non posso non amare Balto.
Tutt’altro
messaggio è invece quello trattato nel film Spirit cavallo
selvaggio.
Qui,
attraverso Spirit, si parla di libertà, del contatto con la natura e
dell’indomita natura di ognuno di noi.
Nessuno
vuole avere un padrone, nessuno deve essere soggiogato da un padrone
e nessuno MAI dovrebbe essere “domato” e posto sotto alla volontà
di qualcun altro.
La
libertà è un sentimento innato in ognuno di noi ed è giusto che
sia così.
Credo
fortemente in questo concetto, ognuno di noi dovrebbe essere
cosciente delle proprie inclinazioni e della propria natura, dovrebbe
amare ciò che è e ogni singolo pregio come pur ogni singolo
difetto.
Essere
liberi e sicuri delle proprie capacità non è egoismo ma bensì
forza e indipendenza, è volersi bene.
O
almeno io la penso così.
E
credo sia proprio questo che il film voglia insegnarci.
Inoltre
ci aiuta a capire come sia ingiusto piegare gli animali al nostro
volere, noi non siamo “migliori” o “su un livello più alto”
rispetto a loro.
Nessun
animale dovrebbe essere mai maltrattato e costretto a fare ciò che
non vuole fare.
E
qui mi fermo perché è un tema che mi sta davvero molto a cuore.
Inoltre
mi piace un sacco la bellezza e la profondità del legame che si
instaura tra Spirit e il giovane indiano.
Un
legame che si instaura a poco a poco e che viene guadagnato con la
fiducia e la gentilezza.
Ovviamente
il finale mi commuove sempre!
Passiamo
adesso a due film decisamente meno “tragici” e quindi più
leggeri e divertenti.
Partiamo
dalla Carica dei 101, un film che mi fa tornare indietro nel tempo e
che mi fa viaggiare con la mente portandomi in terra inglese.
Adoro
l’ambientazione di questa storia, lo humor inglese, l’ora del
the, i parchi ordinati e le case affacciate sulle strade battute
dalla pioggia.
Mi
fa sempre sognare di essere lì, ogni volta che lo guardo.
Ne
sono affascinata? Ebbene si, da sempre!
Inoltre
adoro come viene ritratto il legame tra uomo e cane, amo come i due
“bipedi” trattano Pongo e Peggy quasi come umani, e componenti
della famiglia a tutti gli effetti.
E
poi penso che non si possa proprio non amare Rudy, che è un
personaggio ironico, buffo e un artista, insomma proprio il tipo di
personaggio che amo.
È
sempre stato uno dei miei idoli il buon vecchio Rudy, lo devo
ammettere.
Nonostante
sia un film piuttosto leggero ci sono tematiche davvero ostiche.
Vogliamo
parlare delle pellicce? Dei maltrattamenti sugli animali? E delle
torture che gli animali subiscono solo per la vanità e l’enorme
stupidità e crudeltà umana?
Un
argomento che mi fa davvero male e mi fa anche arrabbiare da morire.
Possiamo
quindi dire che Crudelia è una personificazione di tutti quei mostri
che, purtroppo, hanno vita.
Scusate
il piccolo sfogo ma è un tema davvero sentito.
Nonostante
questa parentesi adoro questo film che è uno dei miei preferiti.
Un
po' sullo stesso genere è Gli Aristogatti che però è ambientato a
Parigi, altra città che amo tantissimo e che prima o poi vorrei
visitare.
Qui,
ovviamente sono protagonisti i gatti, ma non gatti qualunque, bensì
aristocratici.
Duchessa
e i suoi tre gattini sono vittime del complotto del vecchio e avido
Edgar e vengono quindi allontanati da casa e dall’amata padrona.
Però
questo non è poi un grande male perché, grazie a questo fatto,
incontrano Romeo e la sua banda.
Grazie
al fortuito incontro, finalmente i nobili gatti imparano a cavarsela
in strada e si rendono conto di com’è il mondo e la vita al di
fuori delle agiate e calde mura domestiche.
Ovviamente
il tema toccato è piuttosto evidente: le classi sociali e la
difficoltà a far entrare in contatto questi due mondi molto
distanti.
Si
sa che spesso i nobili denigrano e disprezzano il “popolo plebeo”
perché in realtà non lo conoscono, sono cresciuti in un mondo
dorato e splendente in cui però non ci sono i problemi e le
vicissitudini che la plebe invece deve affrontare ogni singolo
giorno.
Ma
si sa, la forza della “plebe” è proprio quella di essere forte e
intelligente, e di sapersela cavare grazie all’esperienza.
Proprio
come fa Romeo che salva il sederino a tutti.
Davvero
un film carinissimo che mi mette sempre tanta allegria.
Bene
amici il post è concluso ma ci saranno altri appuntamenti perché i
film da rivedere sono ancora tanti.
Fatemi
sapere se questa tipologia di post vi sta piacendo e cosa state
guardando voi in questa quarantena.
Un
bacione dalla vostra Cry💖
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