Titolo: Le acque del sonno eterno
Autore: Maria Cristina Pizzuto
Genere: Narrativa
Editore: Policromia (PubMe)
Pagine: 101
Prezzo edizione digitale: 2,99 euro
Prezzo edizione cartacea: 14,00 euro
Data di uscita: 17 luglio
ISBN: 978-8833663067
Trama:
Sara, rimasta orfana a causa di un incidente, è costretta ad andare a vivere al castello del suo austero zio Alberto, in una cittadina chiamata Pomlete. Al suo arrivo è accolta con estrema freddezza ma, con il passare dei giorni, fa amicizia con Marta, la cuoca, e con Erika, la moglie defuntadello zio. Saranno proprio lo spirito di Erika e la pazienza di Sara a sciogliere il cuore arido e indurito di Alberto, trasformandolo in una persona cordiale e amabile. Nonostante i ripetuti moniti di Erika di stare Quarta di copertina lontana dall’acqua, Sara deciderà di trasferirsi in un paesino nei pressi di una diga, dove troverà la sua indipendenza e l’amore al fianco di Francesco, fino al fatidico giorno in cui la diga riverserà le sue acque sul centro abitato, trasformando le loro vite per sempre... Questo racconto vuole ricordare il disastro provocato dalla rottura della diga del Vajont, che in una sola notte ha causato mille e novecento morti. Tragedia che poteva essere evitata e che ha causato danni all’ambiente e alle persone, devastando un intero paese. Sebbene la narrazione sia puramente fantastica, vuole mettere in risalto come vite diverse vengano spezzate in poco tempo, per motivi futili e prese di posizione politico-economiche. Questa storia è stata scritta per non dimenticare, per sottolineare che la superficialità umana spesso portaalla distruzione di vite, gremite di desideri ed emozioni. L’Uomo diventa, qui, il dio di se stesso. Un suo errore può varcare il limite della vita e della morte, ed egli si fa autore di misfatti che potrebbero benissimo essere evitati. È un urlo a chiunque possa decidere delle sorti dell’umanità a essere più responsabile in ciò che si fa e si esercita, a prescindere dai giri economici e di potere. “Le acque del sonno eterno” vuole implorare tutti gli uomini a imparare dai nostri stessi errori. Sbagli che hanno portato a catastrofiche conseguenze spezzando l’esistenza di molte vite umane.
Le acque del sonno eterno di Maria Cristina Pizzuto
Conosciamo Maria Cristina Pizzuto per i suoi
precedenti Boccioli
di rose e Il
bacio del mare; quest’ultimo fa parte di una trilogia di
prossima pubblicazione.
In questi giorni è uscito il suo terzo
romanzo, “Le acque del sonno eterno”. Una storia d’amore, di
speranza e di voglia di rinascita ambientata in una cittadina nei
pressi di una diga. Una storia che, soprattutto, ci insegna a
rispettare la natura e a non sentirci dei nei suoi confronti.
Perché è la natura a comandarci, e spesso
lo fa nel modo più brutale che conosca.
Come sempre, quando la Pizzuto scrive, riesce a calamitare
l’attenzione del lettore sin dalle primissime righe, grazie a una
prosa semplice ma ricca di dettagli e da una scrittura che dosa
sapientemente metafore, paragoni e l’uso di aggettivi.
Inoltre il lettore non potrà non accorgersi, da subito, dei numerosi
messaggi che il romanzo reca con sé. Ed è questa la peculiarità
dello stile di Maria Cristina: riuscire a trasmettere emozioni,
sensazioni, ma anche temi di forte attualità e di intimità.
Sara è una giovane donna che ha perso tutto, a partire dai genitori.
Si ritrova sola in un fosco castello, in balia dell’altero zio
Alberto che tutto è a parte una persona sensibile e capace di darle
quell’amore cui tanto agogna. Ma Sara è anche forte, caparbia; ha
uno spirito indomito e riuscirà a sopravvivere a questa mancanza di
affetto e sensazione di estraneità, riscoprendo piano piano se
stessa e tornando a vivere la sua vita.
Una storia, quindi, innanzitutto di fuga e riconquista del proprio
Io, del proprio essere se stessi, attraverso un viaggio non solo
reale, per le vie della cittadina di Pomlete, per i corridoi del
castello e per i boschi e i prati che circondano la vallata, ma anche
attraverso la propria anima.
È
stato solo grazie a lei che si è salvato e le sarà sempre
riconoscente, perché gli ha dato l’opportunità di continuare a
vivere, di farsi una famiglia e di raccontare ai suoi nipoti la
stupenda storia di una ragazza che gli ha portato la felicità nel
cuore e l’opportunità di una nuova vita.
La scelta di trattare un tema forte come quello dell’uomo che si
crede Dio e vuole soggiogare la natura è un plus, o forse è il
plus, del romanzo.
“Le acque del sonno eterno”, infatti, è liberamente ispirato
alla tragedia del Vajont, e ci racconta come un bellissimo elemento
qual è l’acqua sia in realtà qualcosa di oscuro, malevolo,
strasbordante nella sua fatalità.
L’acqua è l’elemento trainante del romanzo, com’è successo
anche per i due precedenti libri della Pizzuto. L’acqua dà vita,
perché Sara è nata dall’acqua, e l’acqua può reclamare questa
vita quando vuole, ergendosi come giudice ultimo dell’esistenza
degli esseri umani.
Quando,
dopo parecchio tempo, le acque si calmarono e i suoi occhi cercarono
all’orizzonte il corpo di Sara, non vide niente. Sembrava essere
stata inghiottita dalla furia dell’acqua.
Un romanzo di amore e di speranza, di forza e di destino.
Un inno alla vita ma anche un avviso a non spingersi troppo oltre.
Una storia dell’uomo, sull’uomo e per l’uomo.
In vendita su Amazon, IBS, LaFeltrinelli, mondadoristore e tutti gli
altri negozi online in versione digitale e cartacea. Ordinabile in
libreria.
Quella di ricordare il disastro del Vajont attraverso un romanzo fantasy è un'idea originale.
RispondiEliminaProverò a leggere l'estratto del libro per farmi un'idea dello stile dell'autrice.
Ti abbraccio.
Sono felice di averti suggerito questo libro.
EliminaUn bacione ;)