Titolo:
Il fuoco di Acrab
Saga:
La saga del Dominio
Autore:
Licia Troisi
Prezzo:
€ 19,00
Casa
editrice: Mondadori
Genere:
fantasy
Pagine:
330
Voto:
9
Trama:
Myra ha creduto al sogno di Acrab, il condottiero che sta abbattendo uno dopo l'altro i regni del Dominio delle Lacrime. Ha creduto alla possibilità di un mondo senza schiavi, senza regnanti crudeli e maghi spietati, dove esseri umani ed elementali potessero vivere liberi e in pace. Per questo è diventata la guerriera più abile dell'esercito ribelle, per questo le sue lame a forma di mezzaluna hanno falciato nemici e sparso sangue, per questo ha rinunciato a tutto quello che non fosse guerra, combattimento e morte. Adesso, però, Myra ha capito che Acrab le ha mentito. Che è stato lui a uccidere suo padre e che l'ha salvata dall'arena e cresciuta come una figlia solo per usare il suo potere di Liberatrice. Dopo aver incontrato l'elementale che protegge la spada sacra di Phylaitek, Myra ha infatti scoperto di essere l'eroina destinata a cambiare il mondo, esattamente quello che Acrab vuole. Aiutata dai suoi nuovi compagni di viaggio, il mago Puro Kyllen e la giovane schiava Marjane, Myra intraprende così un nuovo viaggio attraverso il Dominio delle Lacrime alla ricerca del proprio destino, spazzando via guerrieri e mostri che cercano di sbarrarle la strada. Ma se riuscirà ad arrivare ad Acrab superando le sue difese, sarà in grado di uccidere l'uomo di cui è segretamente innamorata?
Recensione:
“Non
c'è consolazione, pensavo lo sapessi. Ma tu ci sei, e tanto basta.”
Penso
che sia piuttosto normale da parte mia avere dato un voto tanto alto
ad un libro della Troisi, ma come sapete trovo le sue storie e il suo
stile unico, meravigliosi, così tanto che finisco per amare
visceralmente ogni sua storia.
Con
La saga del Dominio ho avuto una specie di “imprinting”, ho amato
fin dalle prime pagine questa storia che non so ancora da quanti
volumi sarà composta.
Ho
amato Le lame di Myra e mi sono ritrovata molto in lei nel primo
volume, purtroppo però nel Il fuoco di Acrab si è un po'
allontanata dall'icona forte della vera guerriera a cui mi ha
abituata Licia.
Myra
qui ha un brusco calo, c'è stato un momento che avrei voluto
tuffarmi nelle pagine e andare personalmente a prenderla a calci nel
sedere...anche se so che le avrei prese di santa ragione!
Per
fortuna verso la fine del libro ritorna ad essere padrona di sé
stessa e a fare nuovamente parte del mio elenco personale di eroine
amate.
Ma
andiamo a parlare del perché questo libro mi è piaciuto tanto:
vi
avevo accennato nella recensione dedicata a Le lame di Myra quanto il
personaggio di Acrab m'ispirasse e mi attraesse vi ricordate?
Ebbene
qui finalmente si scava a fondo nel suo passato e si scopre il motivo
per cui è diventato tanto crudele.
Ovviamente
non vi posso dire di più altrimenti vi svelerei parti importanti
della storia ma è il motivo per cui finisco per amare anche gli
antagonisti usciti dalla penna della Troisi: anche il peggior cattivo
nasconde una storia così drammatica e dolorosa che non mi permette
proprio di odiarli fino in fondo sebbene non sia d'accordo sulle loro
scelte di vita.
Acrab
è uno dei personaggi malvagi più affascinanti di cui mi è capitato
di leggere da molto tempo, e spero vivamente che la sua storia non
debba per forza finire male...forse credo nei miracoli chissà!
“Non
puoi sapere se tornerà.” “Amare una persona vuol dire questo:
avere fiducia in lei e lasciarla libera.”
Oltre
che scoprire la storia di Acrab, ci andiamo ad immergere anche nelle
vite dei personaggi secondari come Marjane e Kyllen di cui vi
innamorerete perché (se siete avvezzi alle storie di Licia Troisi)
vi sembrerà di ritrovare Lonerin o Saiph, oppure Learco, direi che
Kyllen ha la stessa impronta dei suoi predecessori insomma.
Vogliamo
poi parlare dell'amicizia profonda tra Icenwhart e Myra?
Io
amo particolarmente le storie dove vi è almeno un drago e quindi non
posso non amare quel colosso di Icenwhart e la profonda connessione
che Licia ha creato con Myra.
Vorrei
tanto un drago che mi protegga e vorrei tanto poter essere la
protagonista guerriera di un suo libro, lo ammetto!
Mi
piace tanto la Troisi perché è come se lei sentisse ogni
personaggio dentro di sé, come se esistessero seriamente, riesce a
rendere le storie che racconta talmente reali che mi sembra di essere
davvero in quei fantastici luoghi magici.
Ed
è proprio quello che ho provato leggendo Il fuoco di Acrab: potevo
sentire il gelo pungente delle terre ghiacciate del Dominio mentre
accompagnavo Myra nel suo viaggio, potevo sentire l'eccitazione della
battaglia quando scendeva in campo, potevo sentire il dolore dentro
di lei come se fosse il mio. La Troisi mi porta sempre a “vivere”
le sue storie lasciandomi un segno nel cuore.
“Ritrovò
del tutto intatto, in fondo al cuore, l'amore che provava per lei e
capì che anche la rabbia era solo un'espressione di quel sentimento
che ormai era parte di lui, tanto che non avrebbe potuto strapparselo
di dosso senza cessare di essere ciò che era.”
L'unica
cosa che mi ha un po' delusa è stata la cover scelta per il libro,
messa a confronto con Le lame di Myra non vale proprio nulla a parer
mio, tutto quel nero e quella mezza coda dietro non mi stanno a
significare nulla e l'occhio non ne rimane molto colpito. Ma, a parte
questo, sono molto curiosa e aspetterò con trepidazione il terzo
volume perché so che mi aspetterà un'ennesima avventura piena di
battaglie, profondità, nuovi amici, legami forti e nuovi colpi di
scena. Non vedo l'ora!
Titolo:
Jum fatto di buio
Serie:
Olga di carta
Autore:
Elisabetta Gnone
Casa
editrice: Salani
Editore
Prezzo:
€ 14,90
Genere:
fantasy
Pagine:
215
Voto:
8
Trama:
Tutti sapevano che Olga amava raccontare bene le sue storie oppure non le raccontava affatto, e quando la giovane Papel attaccava un nuovo racconto la gente si metteva ad ascoltare...
È inverno a Balicò, il villaggio è ammantato di neve e si avvicina il Natale. Gli abitanti affrontano il gelo che attanaglia la valle e Olga li riscalda con le sue storie. Ne ha in serbo una nuova, che nasce dal vuoto lasciato dal bosco che è stato abbattuto. Quel vuoto le fa tornare in mente qualcuno che anche Valdo, il cane fidato, ricorda, perché quando conosci Jum fatto di Buio non lo dimentichi più. È un essere informe, lento e molliccio, senza mani né piedi. La sua voce è l’eco di un pozzo che porta con sé parole crudeli e tutto il suo essere è fatto del buio e del vuoto che abbiamo dentro quando perdiamo qualcuno o qualcosa che ci è caro. Jum porta con sé molte storie, che fanno arricciare il naso e increspare la fronte, e tutte sono un dono che Olga porge a chi ne ha bisogno. Perché le storie consolano, alleviano, salvano e soprattutto, queste, fanno ridere. Dopo Olga di carta - Il viaggio straordinario, ritorna la vita del villaggio di Balicò con una storia che ne contiene tante, come in un gioco di scatole cinesi, come in una farmacia d’altri tempi piena di cassetti da aprire per tirare fuori la medicina giusta per ciascuno di noi.
Recensione:
“Mi
avevi promesso che avresti pianto per sempre!”
“Ma
è inutile, è più forte di me: quando vedo una cosa bella, mi sento
felice. Ho scoperto che ogni vuoto che si crea è uno spazio nuovo
che attende d'essere riempito. Esiste un buio alla volta e ci sei già
tu Jum. Io dovrò essere diversa e ho deciso che sarò fatta di luce.
Sarà più facile perché di luci ce ne sono tante e possono essere
infinite. Siamo lumini che attendono di splendere, il buio non ci
appartiene.”
Avevo
già adorato la prima avventura di Olga di carta, Il viaggio
straordinario, e quindi sapevo che Jum fatto di buio non poteva certo
deludermi.
Se
è possibile è stata una lettura ancor migliore della precedente.
Adoro
come la Gnone crea le sue storie e le colloca in paesini che
potrebbero facilmente essere proprio i nostri, quando leggo una sua
storia mi sembra proprio che stia quasi parlando di luoghi che
conosco. Non so se rendo l'idea ma, ad ogni nuova storia che leggo,
mi sembra di entrare in una bolla temporale calda e accogliente,
provvista di un'aura magica e incantata in cui posso entrare
nuovamente in contatto con il mio passato di bambina.
Proprio
per questo adoro Elisabetta Gnone e le sue storie, mi fanno sentire a
casa e in balia dei vecchi ricordi della mia infanzia.
Olga
poi assomiglia moltissimo alla me bambina, con la testa piena di
storie e lo spirito avventuroso, amante degli animali e un po'
stramba, perché no, è questo che la rende speciale.
Mi
capita raramente di affezionarmi ad un personaggio ma ho scoperto di
averlo fatto con Olga, è come se fosse una specie di sorella
cartacea, se mi consentite il termine.
In
questo libro Olga torna a raccontare le sue magiche storie ma, questa
volta, la sua storia ha un che di pauroso...Jum un mostro mangia
lacrime che si nutre di dolore approfittandosi di persone tristi e
depresse.
Sebbene
in modo infantile questo libro tratta appunto di depressione, di
dolore per una perdita, di quel senso di vuoto che tutti abbiamo
dentro e nel quale a volte rischiamo di cadere.
La
Gnone trova la giusta chiave per rendere questa storia una lezione di
ottimismo e per infondere coraggio e forza a chi sta combattendo con
i propri vuoti, apre gli occhi a chi ha bisogno di quella spinta per
vedere la vita con altri occhi, gli occhi della speranza.
La
trovo una lezione molto importante di cui anche io ho fatto tesoro,
qualsiasi sia il problema, qualsiasi sia la nostra situazione,
qualsiasi sia il vuoto che abbiamo dentro, abbiamo dentro di noi la
forza per batterlo e migliorare la nostra vita.
Non
dobbiamo mai permettere che un amore, una perdita, un'amicizia
finita, la solitudine o la depressione vincano su di noi, la vita ha
molti lati positivi che non possiamo vedere se siamo concentrati solo
sul nostro dolore, per cui dobbiamo alzare la testa e riempire il
nostro vuoto come meglio possiamo e andare semplicemente avanti.
Come
dice una famosa citazione: “il sole risorge sempre.” e noi
dobbiamo crederci con tutto il cuore, niente ci può fermare,
dobbiamo solo afferrare quella felicità che sta davanti a noi.
Davvero
un ottimo libro per giovani lettori che può insegnare moltissimo
anche a chi bambino non è più...e forse anche di più.